Alexander cum armigeris et ala, quam agema appellabant, ardua semita, sed longius remota a stationibus hostium multa cum vexatione processit. Medius erat dies et fatigatis hominibus necessaria quies, quippe tantumdem itineris supererat quantum emensi erant, sed minus praecipitis atque ardui. Itaque, refectis cibo somnoque militibus, secunda vigilia iter pergunt, quod quidem haud aegre praeterit; ceterum, qua se montium iugum paulatim ad planiora demittit, ingens vorago, concursu cavata torrentium, iter ruperat. Ad hoc arborum rami alius alio inplicati et cohaerentes ut perpetuam obiecerant saepem. Desperatio igitur ingens, adeo ut milites vix lacrimis abstinerent, incesserat, et inter se loquerentur: praecipue obscuritatem terrori esse; nam, etiam si qua sidera internitebant, arbores, continenti fronte tectas, conspicere prohibere. Ne aurium quidem usus supererat, silvas quatiente vento, qui concurrentibus ramis vehementissimum sonum edebat. Tandem exspectata lux omnia, quae terribiliora nox fecerat, minuit: inter omnes constabat eluviem circumituram esse, si brevi spatio deverterentur. Tum sibi quisque dux itineris coeperat fieri.
Versione tradotta
Con gli scudieri e lo squadrone chiamato (lett. che chiamavano) "agema", Alessandro proseguì con molta fatica per un sentiero impervio, ma abbastanza lontano dai posti di sentinella dei nemici. Era mezzogiorno, e un riposo (era) necessario per gli uomini stanchi, poiché rimaneva altrettanto cammino quanto ne avevano percorso, ma meno scosceso e difficile. Così, rifocillati i soldati dal cibo e dal sonno, alla seconda vigilia riprende la marcia, che viene superata senza difficoltà; tuttavia (ceterum), là dove (qua: dalla parte in cui) il pendio dei monti digrada a poco a poco verso zone pianeggianti, unenorme voragine, scavata dalla confluenza di torrenti, aveva interrotto il passaggio. Oltre a ciò (ad hoc), i rami degli alberi, intrecciati e legati luno con laltro, opponevano come una siepe ininterrotta. Un grande scoraggiamento era sopravvenuto, dunque, al punto che i soldati trattenevano a stento le lacrime e dicevano tra di loro: soprattutto loscurità era (ragione) di panico; infatti, anche se alcune stelle brillavano qua e là, gli alberi, coperti da un fogliame compatto, impedivano di scorgerle. Non restava neppure la possibilità di servirsi delludito (lett. luso delle orecchie), poiché agitava i boschi un vento che produceva un sibilo fortissimo con i rami che si urtavano. La luce (tanto) attesa attenuò finalmente tutto ciò che la notte aveva reso più pauroso: a tutti era evidente che la frana avrebbe potuto essere aggirata se avessero cambiato direzione (di marcia) per un breve tratto. Allora ognuno cominciava (lett. aveva cominciato) a diventare guida di se stesso (= a farsi strada da sé).
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