Cum Alexander Thebas cepit delevitque, dux Tracum, qui cum macedonum exercitu in urbem inierat, nobilem divitemque mulierem, nomine (“di nome”) Timocleam, in servitutem redegit. Ea, dum catenis vincta trahitur, lacrimas effundes:”Quam (“come”) vellem-inquit-libertatem recuperare! strenue dux, si me liberares-sed animus tuus durus saevusque videtur-,magnam auri argentique copiam, quam in horto occultavi, tibi ostenderem”.Dux, pecuniae cupiditate captus, in hortum Timocleam duxit, quae, puteum mostrans dixit:”In imo puteo thesaurum condidi!”.Dum dux super os putei inspectat, mulier eum in patriam deiecit et lapidibus operiens eum occidit
Versione tradotta
Alessandro quando prese e distrusse Tebe, il comandante Tracun (cercalo), che era entrato in città con l'esercito macedone, fece schiava una donna nobile e ricca, di nome Timoclea. Quella, mentre era trascinata legata con catene, piangendo disse: Voglio recuperare la libertà! o forte comandante, se mi libererai, ma il tuo animo sembra duro e feroce, ti mostrerò la grande abbondanza di oro e argento che ho nascosto nell'orto. Il comandante preso dal desiderio di denato, condusse Timoclea nell'orto, che disse mostrando (puteum): In fondo al pozzo ho messo un tesoto. Mentre il comandante rivolgeva gli occhi sopra il pozzo, la donno lo gettò nel pozzo e lo chiuse coprendolo con pietre.
- Letteratura Latina
- Versioni di Catone
- Versioni dai Libri di Esercizi