Inter Athenienses et Megarenses de proprietate Salaminae insulae prope usque ad interitum armis dimicatum erat. Post multas clades capital iudicatum est apud Athenienses, si quis legem de vindicanda insula tulisset. Sollicitus igitur Solon ne aut tacendo parum rei publicae consuleret aut censendo sibi, patriam suam iuvare voluit: subitam ergo dementiam simulavit, cuius venia non modo dicturus prohibita, sed etiam facturus erat. Deformis habitu, more vaecordium, in publicum evolat factoque concursu hominum, quo magis consilium dissimularet, insolitis sibi versibus suadebat populo quod vetabatur, omniumque animos ita cepit, ut extemplo bellum adversus Megarenses decerneretur insulaque, devictis hostibus, ab Atheniensibus subigeretur.
Versione tradotta
Fra Ateniesi e Megaresi si era combattuto con le armi, quasi fino alla (reciproca) rovina, per il possesso dellisola di Salamina. Dopo molti eccidi, fu considerato reo di delitto capitale (capital) presso gli Ateniesi chiunque (lett. se qualcuno) avesse proposto di recuperare lisola. Solone, dunque, preoccupato di non giovare abbastanza allo Stato tacendo o a se stesso esprimendo il proprio parere (censendo), volle aiutare la sua patria: finse dunque unimprovvisa pazzia, giustificato dalla quale avrebbe potuto non solo dire, ma anche fare cose proibite. Mal vestito (deformis habitu), a mo di pazzo (lett. secondo il costume dei pazzi), si precipita in pubblico e, radunatasi una folla di persone, per meglio dissimulare il suo piano, con dei versi - cosa per lui insolita (lett. con dei versi per lui insoliti) - convinceva il popolo di ciò che era vietato, e a tal punto conquistò lanimo di tutti, che subito fu decretata la guerra ai Megaresi e lisola, vinti i nemici, tornò in possesso degli Ateniesi.
- Letteratura Latina
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