Cassandrae, Priami filiae, dii divinationem donaverant, sed Troiani virginis vaticinationes fide privaverunt: Cassandra enim Apollinis amorem recusavit et a deo punita est. Puella de Troiae pernicie cives suos saepe monebat, sed Troiani iam in magna victoriae spe erant. Graeci tamen notam fraudem paraverant et post decem annos belli finem simulaverunt: nam ingentis magnitudinis equum in planitie ante urbis portas reliquerunt. Tunc autem Cassandra fidem speciei non tribuit veritatemque exercitus Troiani ducibus ostendit. At Troiani post innumerabilem malorum seriem victoriae diem exspectabant fidemque Cassandrae negaverunt. Noctu autem Graeci urbem expugnaverunt et Cassandra quoque, rerum adversarum vates, capta est.
Versione tradotta
Gli dèi diedero a Cassandra, figlia di Priamo, il dono della divinazione, ma privarono i Troiani della fiducia nei vaticini della vergine: Cassandra infatti rifiutò l'amore di Apollo e fu punita dal dio. La fanciulla spesso ammoniva i suoi concittadini riguardo la rovina di Troia, ma i Troiani ormai confidavano nella speranza di una grande vittoria. Tuttavia i Greci prepararono il noto inganno e dopo dieci anni di guerra simularono la fine: infatti lasciarono un cavallo di immensa grandezza nella piana di fronte le porte della città. Ma allora Cassandra non prestò fede all'apparenza e indicò la verità ai comandanti dell'esercito troiano. Ma i Troiani l'innumerabile serie di mali aspettavano il giorno della vittoria e non diedero fiducia a Cassandra. Dunque di notte i Greci espugnarono la città e anche Cassandra, premonitrice delle avversità, fu catturata.
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