Uno scacco dei Galli - Studentville

Uno scacco dei Galli

Galli ad flumen Axonam contenderunt ibique, vadis repertis, partem suarum copiarum transducere conati sunt ut Romanorum castra expugnarent pontemque interscinderent. Caesar, certior factus de hostium consilio, omnem equitatum et Numidas levis armaturae, funditores sagittariosque trans flumen duxit atque ad hostes contendit. Acrius pugnatum est. Milites Romani, cum hostes impeditos in flumine petivissent, plurimos occiderunt; multitudine telorum reppulerunt eos qui per eorum corpora audacissime transire conabantur; primosque qui transierant flumen equitatu circumvenerunt atque omnes interfecerunt. Hostes, cum intellexerunt se flumen transire non posse neque nostros in locum iniquiorem procedere viderunt, concilio convocato, constituerunt optimum esse domum suam quemque redire: «Melius est – aiebant – a Romanorum exercitu suos fines defendere quam in finibus alienis maximo cum periculo decertare». Consilio probato, secunda vigilia magno cum strepitu ac tumultu, nullo certo ordine neque imperio, e castris exierunt et quam celerrime domos suas pervenerunt.

Versione tradotta

I Galli si diressero al fiume Axona e là, trovati dei guadi, tentarono di trasferire parte delle proprie truppe per espugnare l'accampamento dei Romani e tagliare il ponte. Cesare, informato dell'intenzione dei nemici, condusse attraverso il fiume tutta la cavalleria e i Numidi di armatura leggera, i frombolieri e gli arcieri, e si diresse contro i nemici. Si combatté piuttosto aspramente. I soldati romani, avendo attaccato i nemici in difficoltà nel fiume, ne uccisero parecchi; respinsero con un gran numero di giavellotti quelli che, attraverso i loro corpi, molto coraggiosamente cercavano di passare dall'altra parte; e circondarono con la cavalleria i primi che avevano passato il fiume e li uccisero tutti. I nemici, quando capirono di non poter attraversare il fiume e videro che i nostri non procedevano in posizione sfavorevole, convocata l'assemblea, decisero che fosse cosa buonissima che ognuno tornasse nella propria patria: «E' meglio - dicevano - difendere i propri confini dall'esercito Romano che combattere in territori nemici con grandissimo pericolo». Approvata la decisione, nella seconda notte, con grande strepito e tumulto, uscirono dall'accampamento senza alcun ordine certo né comando, e giunsero nelle proprie patrie quanto più celermente possibile.

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