Omnibus civitatibus maxima laus est circum se quam latissime solitudines habere,vastatis vicinorum finibus. Hoc proprium virtutis existimant: finitimos victos agros suos relinquere neque quemquam prope (avv.) consistere audere (osare?). In pace nullus est communis magistratus,sed principes civitatum ius dicunt (ius dicere) controversiasque componunt. Latrocinia, quae extra fines cuiusque civitatis fiunt, nullam infamiam habent. Si qui princeps in concilio dixit se ducem fore, consurgunt ii quid id probant suumque auxilium promittunt atque ab omnibus collaudantur. Hospitem violare fas non putant; illos, qui qualibet de causa ad eos venerunt, sanctos habent suamque quisque domum invitat.
Versione tradotta
Per tutte le città è un grandissimo merito avere territori deserti intorno a sé il più estesamente possibile, devastate le terre vicine. Stimano che ciò sia proprio del valore: che i popoli vicini lascino i loro campi, e che nessuno osi di stabilirsi vicino a loro. In tempo di pace non c'è alcun magistrato comune, ma i capi delle regioni e dei villaggi amministrano la giustizia e dirimono le controversie. Le razzie che avvengono oltre i confini di quel popolo, nessun disonore hanno. Se qualche capo dice all'assemblea di voler essere il capo, si alzano quelli che provano ciò e promettono il proprio aiuto e sono lodati da tutti. Non reputano lecito offendere un ospite: ciascuno inviti a casa propria quelli che sono venuti da loro per qualunque motivo, e li considerano sacri.
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