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Vita

Vita e opere.

Nato a Parigi nel 1925, allievo di Jean Hyppolite e Ferdinand Alquiè, pensatore prolifico ed intellettuale poliedrico, Deleuze ha orientato la sua ricerca su molti autori della storia della filosofia quali Spinoza, Leibniz, Hume, Kant, Nietzsche, Bergson, Foucault, dedicando a ognuno di essi dei “ritratti concettuali”. Si vedano: Nietzsche e la filosofia; La filosofia critica di Kant; Spinoza. Filosofia pratica; Empirismo e soggettività . Saggio sulla natura umana secondo Hume. Ha consolidato una filosofia ” della differenza e del divenire ” nei classici Differenza e ripetizione e Logica del senso, affrontando gli aspetti pratici di tale posizione ne L’Antiedipo e in Millepiani, scritti in collaborazione con Felix Guattari. Con quest’ultimo ò stato protagonista dopo il 1968 di una stagione teorica dedicata all’analisi della follia e della schizofrenia, sfociata nel movimento internazionale dell’antipsichiatria. (Laing, Cooper, Basaglia). Ma i lavori che più hanno caratterizzato il “pensiero nomade” del filosofo francese sono quelli dedicati al cinema, alla letteratura, alla pittura e alla psicanalisi. Le opere di riferimento del suo interesse per il cinema sono: Cinema 1. L’immagine movimento, Cinema 2. L’immagine tempo, Per la letteratura si vedano: Proust e i segni e Kafka. Per una letteratura minore, scritto con Guattari. Lo studio dedicato alla pittura ò: Francis Bacon. Logica della sensazione. Per completare la sua riflessione su tutto il mondo dell’arte ha scritto a quattro mani con Carmelo Bene Superpositions. Nel 1991 era tornato a scrivere un libro di carattere divulgativo col suo inseparabile sodale Felix Guattari Qu’est ce que la philosophie? . ” Quando scrivo su un autore il mio ideale sarebbe di riuscire a non dire nulla che potesse rattristarlo, o, se ò morto, che potesse farlo piangere sulla tomba: pensare a lui, all’autore sul quale si scrive. Pensare a lui con tanta forza che non possa più essere un oggetto e che non sia neanche più possibile identificarsi con lui. Evitare la doppia ignominia dell’erudizione e della familiarità . Restituire a un autore un po’ di quella gioia, di quella forza, di quella vita politica e di amore che lui ha saputo donare, inventare. ” (Dialogues, 1977) Dopo una lunga malattia Gilles Deleuze, si suicidò gettandosi dalla finestra del suo appartamento parigino. Se ne andava in questo modo uno degli ultimi grandi filosofi di questo secolo. Poco apprezzato dalla critica, sia italiana che straniera, il pensiero di Deleuze ha trovato pochissimi riconoscimenti in ambito accademico. Configurato come una costellazione di nozioni e concetti interconnessi fra loro, il sistema deleuziano ha perlustrato svariati campi di ricerca, dal cinema alla letteratura, dal teatro alla pittura, dalla psicanalisi alle questioni che riguardano la costituzione della soggettività  e del suo divenire. Deleuze considerava la filosofia come una specie di operatività  da bricoleur. Il filosofo come il falegname deve smontare, rimontare, mettere insieme, costruire; piuttosto che legno e chiodi, maneggia concetti e pensieri. E’ grazie a questa mobilità  operativa che si rende possibile la creazione di un nuovo concetto. E’ necessario ” dire qualcosa di nuovo per creare qualcosa di nuovo “, amava ripetere.

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  • Filosofia - 1900

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