Vita e filosofia di Arnauld - Studentville

Vita e filosofia di Arnauld

Vita e pensiero del filosofo Arnauld.

Cronologia 1612, 6 febbraio. Nasce a Parigi il ventesimo figlio di Antoine, un giudice e di sua moglie Catherine. 1637 L’abbazia di Port Royal afferma il suo antichissimo privilegio di ospitare i preti laici e alcuni di questi divennero insegnanti nel convento parigino di Port Royal des Champs. 1638 L’abate Saint Cyran (capo spirituale dell’abbazia di Port Royal e guida di Arnauld) viene arrestato su ordine del Cardinale Richelieu. 1639 Inizia ad insegnare filosofia al College de Mans. 1641 Riceve il dottorato in teologia. 1643 Viene ammesso alla Sorbona dopo la morte di Richelieu, il quale aveva inizialmente ostacolato la sua ammissione a causa dei suoi contatti con i giansenisti. Pubblicazione del suo più importante lavoro religioso, De le frèquente communion. 1644 Scrive la Lettera di scuse di Monsignor Giansenio. 1655 Scrive Lettre à  un Persone de condition e Second lettre à  un duc et pair. Pascal visita Port Royal des Champs per la prima volta. Durante le sue numerose visite, poi, incontra Arnauld e scrive le Lettere Provinciali in difesa di Arnauld e fa una satira dei gesuiti. 1656 Dopo anni di persecuzione per i suoi credi religiosi, viene escluso dalla facoltà  della Sorbona. 1661 Pascal scrive il suo ultimo opuscolo giansenista esortando i religiosi di Port Royal a non firmare il Formulario. 1662 Arnauld insieme con il grammatico Claude Lancelot pubblica Grammaire Gènerale et Raìsonèe. 1669 Clemente IX mette fine alla persecuzione dei giansenisti con quello che divenne noto come “la Pace di Clemente IX”, a patto che i giansenisti non parlassero di questioni gianseniste, furono loro accordate molte concessioni. Lavora con Pierre Nicole su La Perpètuitè de la foi catholique touchant l’eucharistie. 1679 Scoppia di nuovo la persecuzione contro i giansenisti e Arnauld ò obbligato a fuggire con altri nei Paesi Bassi e si stabilisce poi a Bruxelles. 1680 Viene pubblicato Traitè de la Nature et de la Grace di Malebranche. 1683 Controversia con Malebranche sul rapporto tra teologia e metafisica. Pubblica Traitè des Vraies et Fausses Idèes (Trattato sulle idee Vere e False). 1685 Rinnovato dibattito con Malebranche 1694, 8 agosto muore a Liòge. Introduzione Intorno al monastero di Port-Royal, cui l’abate di Saint-Cyran aveva impresso a partire dal 1635 un nuovo orientamento, si sviluppa con grande rapidità  e con strepitosa profondità  una nuova forma di pensiero – incentrata sulla volontà  di rinnovamento religioso e sulla spiccata tendenza al misticismo – elaborata da un gruppo di pensatori ritiratosi nella solitudine del monastero: tra di essi emerge in primo piano la figura di Antoine Arnauld (Parigi 1612- Bruxelles 1694), il cui pensiero rivela una decisiva influenza subita da Agostino. Perso il padre a soli sette anni, Arnauld crebbe sotto la tutela della madre e grande importanza per la sua formazione ebbe la figura della sorella, Angelica. In quelle che da Cartesio stesso furono pubblicate come Quarte obiezioni alle Meditazioni, Arnauld corregge il cartesianesimo con l’agostinismo, mettendo anche in chiaro che i criteri della chiarezza e della distinzione si applicano solamente alle “cose che riguardano le scienze e che cadono sotto la nostra intelligenza, e non a quelle che riguardano la fede e le azioni della nostra vita”. Come insegnava Agostino, all’opinare, che ò presumere di sapere ciò che non si sa, si contrappongono due forme di sapere autentico: non solo l’intendere mediante ragioni certe (ovvero il cartesiano cogitare in maniera chiara e distinta), ma anche il credere, ossia il ritenere per vero ciò che ò motivato da ragioni diverse dalle argomentazioni razionali. Questa distinzione tra due specifiche forme di conoscenza – riferite rispettivamente agli ambiti della scienza e della fede – matura nel medesimo clima culturale da cui trarrà  origine la contrapposizione pascaliana tra esprit de gèomètrie e esprit de finesse. Con Pierre Nicole, Arnauld ò autore di una celeberrima Logica o arte di pensare (1662). La Logica di Port Royal (come ò generalmente noto lo scritto) prende le distanze sia dalla logica sillogistica di ascendenza aristotelica sia dalla logica terministica medievale, considerandole (come aveva fatto Cartesio stesso) entrambe espressione di un pensare vuoto e formalistico. Sulla scia di Cartesio, che aveva risolto la logica nel metodo della filosofia, i portorealisti si propongono di costruire una logica metodologica (o, per dirla in termini odierni, “mentalistica”), la quale non ha più per oggetto prevalente la struttura formale del ragionamento (come era invece in Aristotele) o i termini del discorso (come era invece in buona parte dei logici medievali), bensì le operazioni compiute dallo spirito nell’atto del pensare. L’opera ò suddivisa in quattro parti e, di queste, l’ultima ò dedicata per l’appunto al metodo: in ciò risiede la grande novità  della logica di Port-Royal e, al contempo, il suo debito verso Cartesio. La nuova metodologia logica ò compendiata dalle otto seguenti regole: “Definire sempre tutti i termini un po’ oscuri o equivoci” “Usare nelle definizioni solamente termini perfettamente noti o già  spiegati” “Accogliere come assiomi solamente cose perfettamente evidenti” “Accettare come evidente soltanto ciò che non richiede che un minimo di attenzione per essere riconosciuto come vero” “Provare tutte le proposizioni un po’ oscure, impiegando a tale scopo solamente definizioni già  note e assiomi già  accettati o proposizioni già  dimostrate” “Non consentire mai l’ equivocità  dei termini, trascurando di sostituire mentalmente le definizioni che li delimitano o li spiegano” “Trattare le cose, per quanto ò possibile, nel loro ordine naturale, cominciando dalle più generali e più semplici e spiegando tutto ciò che appartiene alla natura del genere prima di passare alle specie particolari” “Suddividere, per quanto ò possibile, ogni genere in tutte le sue specie, ogni insieme in tutte le sue parti e ogni difficoltà  in tutti i suoi casi”. Controversia religiosa e persecuzione Nel diciassettesimo secolo la Francia stava andando in sfacelo a causa di conflitti politici e religiosi tra loro connessi. Nel campo della politica, era esploso un conflitto tra i nobili e l’emergente autorità  centrale della corona. In campo religioso si creò, prima di tutto, un conflitto tra protestanti e cattolici, e all’ interno dei cattolici vi era un contrasto tra gesuiti e giansenisti. Antoine Arnauld aveva un ruolo importante su entrambi i fronti delle controversie religiose, e ciò nonostante egli era una delle figure teologiche e filosofiche centrali nella controversia in Francia tra gesuiti e giansenisti e il suo nome ò connesso con l’Abbazia di Port Royal. Infatti la famiglia Arnauld era strettamente legata all’Abbazia, tant’ò che nove dei dieci figli sopravissuti di Antoine “padre” (anche suo nonno si chiamava Antoine) avevano a che fare, in un modo o nell’altro, con l’Abbazia. L’Abbazia di Port Royal des Champs fu fondata nel 1204 come scuola-convento per donne. L’abbazia ebbe il privilegio di offrire rifugio ai preti, ai laici (inclusi gli uomini) i quali potevano, senza prendere necessariamente i voti, vivere in solitudine all’interno dell’abbazia. Nel 1626 un convento per suore fu costruito a Parigi. Nel 1634, il capo spirituale e carismatico dell’abbazia era Jean du Vergier de Hauranne, Abbè de Saint Cyran (1581 – 1643). Saint Cyran indirizzò il giovane Antoine Arnauld dalla legge alla teologia. Mentre era ancora studente alla Sorbona, Saint Cyran lo introdusse ai lavori di Sant’ Agostino e scrisse la sua dissertazione nella quale si difendeva un teoria della grazia di stampo agostiniano. Questa sua tesi fu largamente accettata con l’eccezione di uno dei più importanti teologi della Sorbona, Lescot. Arnauld, infatti, non si era consultato con Lescot perchè non approvava le sue teorie. Lescot non era solamente il Cannon di Notre Dame, ma anche il confessore del cardinale Richelieu, il potente primo ministro di Luigi XIII. Quando Arnauld si propose per essere ammesso a La Societe della Sorbona, la sua domanda venne rinviata a causa dell’influenza di Lescot. Richelieu a quel tempo teneva Saint Dyran prigioniero nella fortezza di Vincennes. Saint Cyran era il compagno di classe, corrispondente e avvocato delle idee di Cornelio Giansenio, vescovo di Ypres (1585-1638) il cui imponente libro – Augustinus – fu pubblicato post mortem e attaccava la dottrina di grazia del XVI secolo dello spagnolo gesuita Francisco de Molina (1535-1600). Il libro di Giansenio, pubblicato nel 1640, fu condannato da Roma nel 1641 e ricollegato alla condanna di un altro precedente libro sullo stesso argomento di Michael de Bay. Saint Cyran cercò di convincere Arnauld a riprendere i temi della sua prima dissertazione e di dimostrare che la dottrina di grazia di Giansenio era più simile a quella di Agostino piuttosto che a quella di de Bay. Arnauld con la stessa chiarezza difese Giansenio e attaccò i gesuiti in De la frèquente communion. Secondo la visione agostiniana di Arnauld ò la competenza di Dio a concedere non solo la grazia ma anche il diritto di disporne, perchè la benevolenza e il valore non sono capacità  comprese nella natura dell’uomo e non può farcela da solo, e una comunione frequente ò come un’insolenza. L’audace difesa di Arnauld nei confronti di Giansenio e il suo attacco ai gesuiti, lo pose al centro dell’intensa controversia. Nel 1649 Nicolas Cornot, un ex gesuita che era entrato a far parte della facoltà  di teologia a Parigi, scrisse una lista di cinque dichiarazioni eretiche riguardanti la grazia che lui diceva di ritrovare nell’Augustinus di Giansenio. Queste dichiarazioni furono condannate dalla facoltà  parigina e dal Papa Innocente X nel 1653. Nel 1655 ad un amico di Port Royal, il duca di Liancourt, venne rifiutato il sacramento a causa dei suoi collegamenti con Port Royal. Arnauld scrisse due lunghe lettere pubbliche difendendo Port Royal e protestando contro questo abuso dell’autorità  ecclesiastica. Francois Annat, il gesuita provinciale di Parigi, ebbe la pretesa di dichiarare che la prima delle cinque proposizioni gianseniste condannate si trovavano in una di queste lettere, e a causa di ciò Arnauld fu cacciato dalla facoltà  e dalla società  della Sorbona. In questo stesso periodo, Blaise Pascal arrivò a Port Royal des Champs per un ritiro di due settimane (sua sorella era diventata suora a Port Royal nel 1651) e, durante una delle sue successive visite ai due conventi, incontrò Arnauld. Pascal, probabilmente grazie all’aiuto e alla collaborazione di Arnauld e di Pierre Nicole, scrisse le Lettere Provinciali difendendo Arnauld e facendo satira degli oppositori gesuiti. Nel 1656 un documento conosciuto con il nome di Formulario, fu redatto da un gruppo di vescovi francesi guidati da Pierre de Marca, l’arcivescovo di Toulouse, amico del cardinale Mazarino che era succeduto a Richelieu come primo ministro. Il Formulario era un giuramento che condannava le cinque affermazioni che Cornot aveva preteso di ritrovare nel libro di Giansenio Augustinus. Il formulario fu riscritto molte altre volte per poter includere nuove condanne papali sulle cinque dichiarazioni. Ci furono anche tentativi di stigmatizzare come eretici coloro che si rifiutavano di firmare il Formulario. La risposta di Arnauld al Formulario fu di impegnarsi a scrivere forti opuscoli nei quali cercava di persuadere la facoltà  della Sorbona e Roma che le cinque dichiarazioni condannate non erano da ricercarsi nel libro di Giansenio e che un uomo in buona fede non poteva giurare per nessun motivo su fatti non dimostrati e nei quali non credeva o dei quali non sapeva assolutamente nulla. In particolare, la questione se specifiche dichiarazioni si trovano in un preciso testo, o se queste affermazioni erano eretiche ovunque si trovino, doveva essere lasciata come decisione del singolo. Tra quelli che si rifiutarono di firmare il Formulario vi erano i religiosi dell’abbazia di Port Royal. Questo portò la corona a dissipare i religiosi, gli studenti e i rifugiati di Port Royal nel 1661. Le difficoltà  in questione nel Formulario tennero occupati Arnauld e Port Royal fino al 1669 quando il papa Clemente IX insieme con Luigi XIV dichiarò la pace di Clemente IX per porre termine all’affare del Formulario. Il silenzio fu imposto su una questione non risolta. Nel periodo dal 1669 al 1679 durante il quale perdurò la pace di Clemente IX, Arnauld fu riconosciuto come il principale portavoce della chiesa cattolica in Francia contro i calvinisti. Insieme al suo collaboratore Pierre Nicole, Arnauld si impegnò nella polemica contro il calvinismo francese. Nel 1679 con la morte di Madame de Longueville, la cugina di Luigi XIV, e l’ultimo degli amici potenti di Port Royal a corte, l’opposizione a Port Royal si rifece attiva. Arnauld andò volontariamente in esilio nei Paesi Bassi. Nel 1709 Port Royal des Champs fu raso al suolo per ordine di Luigi XIV. Arnauld e i filosofi Arnauld collaborò con Pierre Nicole e Blaise Pascal. Scrisse anche importanti critiche sui lavori di Cartesio, Malebranche e Leibniz. Nel 1641 padre Marin Mersenne chiese ad Arnauld di commentare le Meditazioni de prima philosophia di Cartesio insieme ad un numero di altri filosofi illustri del periodo, inclusi Hobbes e Gassendi. Arnauld scrisse la quarta collezione di obiezioni che furono pubblicate insieme alle Meditazioni metafisiche di Cartesio. Arnauld sollevò per la prima volta il problema del cerchio cartesiano: Cartesio pone idee chiare e distinte come criterio di certezza per ogni prova, di conseguenza la prova dell’esistenza di Dio richiede idee chiare e distinte, ma Dio ò necessario per garantire la certezza delle idee chiare e distinte. Il cerchio cartesiano rappresenta una delle più importanti sfide del sistema di Cartesio presentate dai suoi critici. Il giovane Gottfried Leibniz andò a trovare Arnauld a Parigi e più tardi portò avanti un’estesa corrispondenza con lui riguardante i Discorsi di Metafisica di Leibniz. Nel febbraio 1686 Leibniz scrisse una lettera a Langrave Ernst von Hessen Reinfels, dicendo: “Sono stato da qualche parte senza avere niente da fare per alcuni giorni, recentemente ho scritto un piccolo discorso sulla metafisica e sarei molto felice se potessi avere l’ opinione di M. Arnauld a riguardo. Per le questioni sulla grazia, Dio ha partecipato con le creature, la natura dei miracoli, la causa del peccato, l’origine del male, l’immortalità  dell’anima, idee trattate in un modo che sembra offrire nuove aperture capaci di illuminare alcune grandi difficoltà . ” (G. W. Leibniz, Saggi Filosofici). Arnauld scrisse una lettera criticando la sezione 13 del Discorso e questo fece iniziare la corrispondenza con Leibniz. Arnauld si impegnò in un lungo e a volte duro scambio con Nicholas Malebranche: Arnauld era contrario alla teoria di grazia di Malebranche, ma ritrovava gli sbagli della relazione di grazia di Malebranche negli errori delle sue stesse idee. Arnauld obiettava una tesi centrale contenuta nella dottrina di Malebranche, ovvero quella di vedere tutte le cose in Dio, vale a dire che la conoscenza degli oggetti richiede degli oggetti che siano indipendenti e distinti dalla mente umana e dalla sua percezione. Queste questioni hanno a che vedere con il ruolo di Dio nel mondo, e in particolare nelle nostre azioni di percezione e di scelta morale. I dibattiti sulla teologia sono legati alla posizione delle idee, perchè esse hanno un ruolo centrale sia nella percezione che nell’agire. Arnauld in effetti obiettava ad un’interpretazione del ruolo delle idee nella percezione. In effetti, siccome vediamo direttamente le idee, e non le cose che le idee rappresentano, le idee nascondono la nostra percezione del mondo esterno. Arnauld, al contrario, credendo nel carattere rappresentativo delle idee, ò un vero realista della percezione. Locke segue Arnauld nelle sue critiche di Malebranche su questo punto. Questa critica a Malebranche di Arnauld e di Locke portò ad interessanti ed importanti problemi filosofici sulle idee e sulla percezione. Nel libro della logica L’Art de Penser (L’arte del Pensiero, conosciuto anche come la Logica di Port Royal) che Arnauld scrisse insieme con Pierre Nicole, ammettendo che Aristotele ò la fonte della maggior parte della logica formale, espongono chiaramente che sono fermamente d’accordo con coloro che rifiutano Aristotele e la filosofia Scolastica. Considerano ripugnante anche l’egoismo scetticismo di Montaigne. In certa misura, Arnauld e Nicole approvano il cartesianesimo e la nuova filosofia meccanica contro la scienza aristotelica: mostrano di non capire il ruolo dell’esperimento nella crescita delle scienze naturali e accennano all’induzione solamente per dire che non ò affidabile. Arnauld e Nicole sono i seguaci di Cartesio, ma seguaci interessati alla sua filosofia principalmente perchè la considerano come la rinascita del pensiero agostiniano e perciò un sostenitore, come loro, della scienza. Il libro rappresenta inoltre “la svolta epistemologica” causata dall’arrivo dello scetticismo e della risposta cartesiana. La concezione generale della logica che loro espongono ne L’arte del Pensiero, quella di mirare allo sviluppo di un chiaro pensiero e di una logica formale subordinata a questo scopo, era largamente accettata e destinata a dominare i trattati di logica per i successivi duecento anni.

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