Vita e filosofia di Gassendi - Studentville

Vita e filosofia di Gassendi

Pensiero e vita del filosofo Gassendi.

Pierre Gassend, detto Gassendi ( 1592 – 1655 ), sacerdote, scienziato e filosofo, ò autore delle Quinte Obiezioni, nelle quali, pur condividendo alcune conclusioni di Cartesio – come l’esistenza di Dio e l’immortalità  dell’anima – egli critica il “metodo” attraverso cui esse sono conseguite. Gassendi polemizza innanzitutto con l’adozione del concetto stesso di evidenza. Mancando un criterio oggettivo per stabilire quando un’idea possa dirsi chiara e distinta, anche ciò che ci appare tale potrebbe essere frutto di un’illusione. In particolare, non ò evidente l’idea di Dio, la quale non ò affatto innata e non ha in sè maggiore realtà  oggettiva di quanta ne abbiano le idee della potenza, della scienza, della durata e della bontà , allorchò vengano dilatate all’infinito in modo da tramutarsi in quelle dell’onnipotenza, dell’onniscienza dell’eternità  e della bontà  perfetta. Molte pagine sono inoltre dedicate da Gassendi alla critica della separazione tra corpo e anima. L’anima non ò per lui che un corpo più sottile, ma ontologicamente non diverso dalla rimanente materia estesa. E’ dunque errato presupporre due sostanze distinte. Ma lo stesso concetto di sostanza dev’ essere evitato. Infatti, anche se esiste una sostanza che soggiace ai singoli atti di pensiero o ai singoli corpi estesi percepiti con l’esperienza – nel qual caso si tratterebbe comunque di un’unica sostanza “insieme pensante ed estesa” – essa rimarrebbe del tutto irriconoscibile per l’uomo. In altri termini, la fiducia cartesiana nelle capacità  esplicative del concetto di sostanza appare a Gassendi un’indebita concessione a un sapere metafisico che, seppure in forma diversa, ripropone i presupposti dogmatici della tradizione aristotelica. La critica di Gassendi a Cartesio si nutre di letture tratte dalla tradizione nominalistica ( il negare l’ esistenza degli universali ), soprattutto Guglielmo di Ockham, e scettica, soprattutto Sesto Empirico tra gli antichi e Montaigne tra i moderni. Nelle ” Exercitationes paradoxicae adversus Aristoteleos ” ( 1624 ) al razionalistico ” scire per causa ” aristotelico egli contrappone l’ osservazione empirica della realtà  naturale e la sua puntuale descrizione. L’ uomo pertanto, chiarirà  in seguito Gassendi, può conoscere soltanto i fenomeni: infatti, egli può avere conoscenza compiuta solamente di ciò che fa egli stesso ( nel caso degli oggetti artificiali ) o di ciò che può scomporre e ricostruire mentalmente, in modo da coglierne la costruzione interna ( nel caso della realtà  naturale ). Le sostanze, la cui esistenza tuttavia non viene negata, rimangono al di là  di queste possibilità  e sono conoscibili solo da parte di Dio. Tuttavia va subito detto che i testi cartesiani riportati da Gassendi e indicati come citazioni testuali sono spesso riassunti o parafrasati. Ciò fa sì che egli a volte polemizzi con affermazioni che non corrispondono al dettato del suo interlocutore. Di ciò ebbe a lamentarsi Cartesio stesso nelle Risposte alle Quinte Obiezioni: ” ( voi ) non combattete le mie ragioni, ma, dissimulandole come se fossero di poco valore, o riportandole imperfette, cogliete così l’ occasione di farmi molte obiezioni che le persone poco versate nella filosofia sogliono opporre alle mie conclusioni “. Verso il 1630 Gassendi, pur rimanendo fedele a questi presupposti di ascendenza scettica, si accosta progressivamente all’ epicureismo nel tentativo di ritrovare il fondamento teorico dei nuovi indirizzi scientifici, dopo il fallimento dell’ aristotelismo e del cartesianesimo. Questo processo culmina nel ” Syntagma philosophicum ” del 1658. Gli atomi di Democrito e di Epicuro consentirebbero infatti di spiegare da un lato la permanenza della materia e dall’ altro i continui mutamenti che si registrano nei fenomeni fisici. Essi fornirebbero inoltre una convincente spiegazione del processo conoscitivo, provocato dal fatto che alcuni atomi si staccano dall’ oggetto conosciuto per colpire i sensi del soggetto conoscente. Gassendi, che non dimentica di essere un religioso, apporta tuttavia alcune correzioni alla tradizione epicurea, in modo da renderla compatibile con il cristianesimo. Egli sostiene infatti non solo che gli atomi ( eterni per Epicuro ) sono creati da Dio e da lui possono essere eliminati, ma anche che l’ atomismo non esclude il carattere finalistico della natura, voluto da Dio, e che, proprio in base a tale ordine finale, si può risalire dall’ esistenza del mondo a quella di Dio. Infine, egli afferma che gli uomini posseggono, accanto all’ anima sensitiva, anche un’ anima razionale immortale, distaccandosi qui in modo radicale dall’ epicureismo, che voleva l’ anima mortale alla pari del corpo.

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