Vita e filosofia di Gerberto - Studentville

Vita e filosofia di Gerberto

Vita e pensiero del filosofo Gerberto.

Una eccezione rispetto alla vita ascetica che andava affermandosi nel 900 grazie alla fondazione dell’ abbazia benedettina di Cluny, è la figura di Gerberto, nella quale si compendiano le esperienze del monastero, della scuola episcopale e della corte. Egli, infatti, è monaco a Aurillac, ma tra il 937 e il 982 è altresì maestro alla scuola episcopale di Reims e v’ insegna la logica sui testi allora noti di Aristotele e di Boezio. Soggiorna anche alla corte di Ottone terzo, nella quale è ambientata una disputa a cui egli avrebbe partecipato, descritta nel suo Sul razionale e sull’ uso della ragione. Il problema che la anima è se sia corretta la proposizione ” l’ animale razionale usa la ragione “. Di primo acchito essa sembrerebbe errata, perchò, contrariamente all’ insegnamento della logica aristotelica, contiene un predicato meno esteso del soggetto, mentre dovrebbe essere l’ inverso, poichò il fatto di essere animali razionali comporta l’ esercizio in atto della ragione, da quello dell’ uomo, per il quale il fatto di essere razionale comporta la possibilità  di usare la ragione, ma non necessariamente l’ uso in atto di essa: mentre chi ha la ragione in potenza non necessariamente la usa in atto chi la usa in atto necessariamente deve anche averla in potenza. Ciò significa che l’ uso in atto della ragione è più esteso della pura e semplice potenza, quindi, esso entra correttamente come predicato nella proposizione ” l’ animale razionale usa la ragione “. In tal modo, Gerberto mostra di saper maneggiare non solo gli strumenti della logica aristotelica, ma anche la distinzione tra potenza e atto. i suoi interessi poi si estendono anche alle arti del quadrivio. Verso la fine del 960 egli compie un viaggio in Catalogna, dove entra in contatto con la cultura araba e acquisisce conoscenze matematiche e astronomiche che egli esporrà  in scritti e che lo faranno sovente considerare un mago. Successivamente diventa abate di Bobbio, nel 991 arcivescovo di Reims e poi di Ravenna e, infine, nel 999, viene eletto papa col nome di Silvestro secondo. Muore poco dopo il 1003.

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