Vita e filosofia di Isaac Newton - Studentville

Vita e filosofia di Isaac Newton

Pensiero e vita del filosofo Isaac Newton.

Lo scienziato inglese più noto, secondo alcuni la più geniale mente di tutti i tempi, nacque nel Lincolnshire da una famiglia di agricoltori. La sua fama ò legata ai suoi numerosissimi contributi scientifici in tantissimi campi della fisica e della matematica. Da ragazzo studiò a Cambridge dove conobbe il pensiero di Aristotele, ma fu ben presto attratto dagli scritti di Cartesio, Gassendi, Boyle, Galileo, Keplero. Ancora giovane iniziò ad elaborare le proprie idee partendo dai fondamenti di quello che oggi viene conosciuto come calcolo differenziale, della cui scoperta Newton divide il merito con G. W. Leibniz. Chiamato da Newton ‘calcolo delle flussioni’ esso ha rappresentato un punto cruciale nell’evoluzione della matematica, sintetizzando alcune delle disorganiche conoscenze del passato ma soprattutto mettendo a disposizione degli scienziati alcuni tra i più potenti metodi di calcolo e di analisi matematica. Nell’opera intitolata ‘Optics’ Newton passa ad occuparsi di fisica, in particolare delle proprietà  della luce. E’ sua l’invenzione del prisma trasparente che permette di scomporre la luce bianca nei colori dell’iride, così come pure quella del telescopio a riflessione. Egli abbraccia una teoria corpuscolare della luce, in contrasto con la teoria ondulatoria di R. Hooke. Passò poi ad occuparsi di meccanica celeste, cioò del moto delle stelle e dei pianeti, e partendo dalle tre leggi di Keplero giunse alla scoperta e alla formulazione della legge di gravitazione universale, valida cioò per tutti i corpi, dalla Luna alle stelle alla famosa mela. E’ nell’opera di Newton che giungono a pieno compimento le idee di Copernico e Galileo. In meccanica Newton diede contributi essenziali, come la precisa enunciazione dei tre principi fondamentali che ancor oggi sono alla base di questa disciplina. A conclusione delle sue grandi scoperte pubblicò la sua opera fondamentale, scritta in latino essa si intitola ‘Philosophiae naturalis principia mathematica’ [§]. Nei Principia, che sono a giudizio di molti il più grande lavoro scientifico di tutti i tempi, egli enuncia chiaramente le sue concezioni relativamente allo spazio e al tempo che sono per Newton ‘assoluti’ e senza riferimento ad alcunchò di esterno. Nella sua concezione compare anche il concetto di etere, come supporto della forza gravitazionale. Con l’applicazione delle leggi scoperte Newton fu in grado di spiegare una serie vastissima di fenomeni, come il moto delle comete, le eclissi, le perturbazioni nel moto dei pianeti, la caduta dei corpi, il funzionamento del pendolo, la balistica e molti altri ancora. Per i suoi meriti scientifici fu per lunghi anni presidente della Royal Society e, primo scienziato al mondo, ricevette la nomina a Cavaliere dalla Regina Anna [§]. Sir Isaac Newton ò considerato uno dei padri della scienza moderna, ma ò una personalità  molto complessa, dedita fra l’altro anche a ricerche, magiche ed alchemiche Insieme a Copernico, Keplero e Galileo, Sir Isaac Newton ò considerato il padre della moderna scienza: la sua importanza ò così rilevante che il poeta neoclassico Alexander Pope scrisse questo epitaffio: La Natura e le sue leggi erano celate nell’oscurità  Dio disse: “Sia Newton!”, e tutto fu Luca. Nonostante questo ruolo predominante, quella di Newton ò una figura estremamente complessa e multiforme: dietro l’uomo apparentemente umile si nasconde un implacabile arrivista, una persona capace di perseguitare un rivale – Leibniz – anche dopo la morte, dietro lo scienziato delle leggi deterministiche (vale a dire rigide e predittive di ciò che avverrà  in futuro a partire dai dati presenti) troviamo un grande esperto di alchimia e di “magia naturale”. Le conquiste scientifiche di Newton sono enormi, e spaziano su un campo molto vasto: sua ò l’elaborazione del “calcolo delle flussioni”, oggi conosciuto come Calcolo infinitesimale, che sta alla base dell’Analisi moderna e delle equazioni della dinamica. Ma fu nel campo della fisica che il suo genio si espresse al massimo livello: si va dall’ottica, con la scomposizione della luce nei suoi componenti fondamentali, fino –soprattutto- alle leggi del moto, che fino al nostro secolo hanno fondato la fisica: Un corpo persiste nel suo modo uniforme finchè non agisce su di esso una forza esterna (legge di inerzia); Una forza (F) procura a un corpo un’accelerazione (a) ed ò direttamente proporzionale alla sua massa m: F=ma; A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Alcune notazioni importanti: il concetto di Forza, che mancava ancora alla cinematica galileiana, ò stato il vero punto di leva della nuova scienza della dinamica; inoltre Newton fu il primo a moltiplicare senza esitazione, come avviene nella sua seconda legge, grandezze fisiche diverse: l’impossibilità  a fare questo ò uno dei motivi per i quali tutte le dimostrazioni galileiane sono di tipo geometrico e si basano essenzialmente sulla teoria delle proporzioni geometriche. Ma dietro a questo grande uomo di scienza si trova, come abbiamo accennato, un grande appassionato ed esperto di alchimia e di magia, che cerca di andare oltre le semplici leggi meccaniche, per scoprire le leggi del “movimento della vita”, della crescita degli organismi, che non possono essere solo meccaniche. E nonostante ciò, le interazioni fra questi due aspetti di Newton ci sono: l’introduzione della forza di gravità , antintuitiva perchè non sussistente fra corpi che si toccano, ma fra astri lontanissimi, ò legata all’analogia con le forze tipiche della magia naturale. E, soprattutto, bisogna rendersi conto di una cosa fondamentale: i due livelli –quello scientifico e quello alchemico- non sono in contrasto, perchè si tratta di una differenza di profondità  nell’indagine del reale e soprattutto perchè essi cercano, in modi e con profondità  diverse, di svelare agli uomini le leggi profonde della crezione divina: non per niente Newton scrisse che “Dio era un grande alchemista”. La grandezza di Newton ò enorme, e può essere testimoniata dall’immane sforzo che Immanuel Kant, nella Critica della ragion pura, fece per fornire alla sua scienza una fondazione filosofica definitiva.

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