Baruch (Benedetto) De Spinoza (o d’ Espinoza), nacque ad Amsterdam nel 1632 da una famiglia di ebrei portoghesi. Nella tollerante Olanda del XVII secolo la comunità ebraica trovava infatti condizioni particolarmente favorevoli al proprio sviluppo. Essa non esercitava tuttavia altrettanta tolleranza al proprio interno, dove vigeva una severa ortodossia e un rigido dogmatismo. Così, pur avendo studiato nella scuola ebraico- portoghese con risultati che facevano sperare in un futuro rabbino, Spinoza entrò ben presto in conflitto di idee con la comunità . I sospetti di eterodossia nei suoi confronti si aggravano infatti sempre più, fino a giungere all’ aperta scomunica del 1656. Da questo momento l’ evoluzione intellettuale di Spinoza ò quella del libero pensatore che agisce isolatamente, senza lasciarsi costringere dai legami delle Chiese o dalle istituzioni. Per questa ragione, egli rifiuterà nel 1673 un incarico di insegnamento a Heidelberg, preferendo continuare a sostentarsi con il modesto lavoro di costruttore di lenti, piuttosto che essere condizionato nella sua libertà di ricerca. Il solo sostegno che egli accettò fu quello di una ristretta cerchia di amici, alcuni dei quali rivestirono anche posizioni socialmente e politicamente molto elevate: Giovanni de Witt, capo del partito repubblicano e Gran Pensionario della Repubblica olandese, lo favorì anche economicamente, fino a quando perse la vita nei nei sommovimenti popolari che accompagnarono la fine della repubblica e la presa del potere da parte del partito assolutista di Guglielmo d’ Orange. Interamente caratterizzata dal lavoro e dallo studio, la vita esteriore di Spinoza ò scandita da pochi fatti di rilievo: il naufragio di di un carico di merci, che minò definitivamente la fortuna finanziaria della famiglia, incentrata sull’ attività commerciale del padre; l’ uscita dalla comunità ebraica; un tentato omicidio ai suoi danni ad opera di un fanatico ebreo. Anche gli spostamenti di Spinoza sono limitati: nel 1656 si trasferisce a Rijnsburg, vicino a Leida; nel 1663 a Voorburg, vicino all’ Aja; nel 1670, infine, si stabilisce in quest’ ultima città , dove muore, consumato dalla tubercolosi a soli 45 anni. Malgrado la vita di Spinoza sia stata molto appartata, come pretendeva il suo il suo temperamento, molteplici sono le influenze culturali che egli subì. Ricevendo la prima istruzione nella scuola ebraica, egli studiò il Vecchio Testamento, il Talmud, la Cabala e la filosofia ebraica. Ne derivò una profonda sensibilità mistica, che fu ulteriormente rafforzata dalla lettura di alcuni autori rinascimentali (come Leone l’ Ebreo e probabilmente Giordano Bruno ). Dopo l’ esperienza ebraica, Spinoza si aprì a culture diverse, sia con la frequentazione di particolari sette cristiane, come i mennoniti, i quacchei, i collegianti (particolarmente attivi a Rijnsburg), sia accostandosi all’ ambiente della deista conobbe ad Amsterdam l’ ebreo Juan da Prado) e quello libertino anche francese (a Voorburg abitava Saint-Evremond). Ma l’ influenza maggiore senz’ altro quella di Cartesio, che Spinoza riespone e riprende nell’ opera Renati De Cartes Principia Philosophiae, seguita dai Cogitata metaphysica (1663): sono questi gli unici lavori che egli pubblica con il proprio nome. Poche sono del resto, le opere che Spinoza diede alla stampa. Il breve trattato su Dio, l’ uomo e la sua felicità , rielaborato fino a diventare la prima parte dell’ Ethica, fu composto nel 1660-61, ma rimase inedito. Incompiuto restò il Tractatus de intellectus emendatione, cui Spinoza lavorò probabilmente nel 1658- 59. All’ Ethica ordine geometrico demonstrata, che ò la sua opera fondamentale, egli attese per molti anni rivedendone continuamente il testo; ma allorchò fu pronta preferì non pubblicarla, a causa del mutato regime politico: l’ audacia delle tesi sostenute, che attireranno su Spinoza l’ accusa di ateismo e materialismo, non era più tollerabile nella nuova temperie politico-culturale successiva alla caduta della repubblica. L’ Ethica verrà pertanto pubblicata dagli amici nelle opere postume, che conterranno anche un Tractatus politicus, redatto incompiutamente negli ultimi anni di vita. La sola opera che Spinoza dà alle stampe, oltre ai due opuscoli cartesiani sopracitati, ò dunque il Tractatus theologico-politicus – pubblicato anonimo nel 1670 – in cui espone le proprie convinzioni giuridico-politiche e si ispira a quel principio della libertà di pensiero che trovava allora un difensore nella persona di de Witt.
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