Thomas Hobbes visse in un periodo particolarmente tormentato della storia inglese. La tendenza degli Stuart ( prima Giacomo I, poi Carlo I ) ad accentrare il potere nelle mani del re aveva provocato gravi tensioni tra la Corona e il Parlamento, una parte del quale – la Camera dei Comuni – rappresentava gli interessi di una classe media sempre più intenzionata a far sentire il proprio peso nella vita della nazione. Gli squilibri politici erano inoltre strettamente intrecciati con quelli religiosi. Da un lato la politica accentratrice della monarchia si rifletteva sulla struttura episcopale della Chiesa anglicana che, pur essendosi resa indipendente da quella di Roma, ne eveva conservato oltre ai dogmi, anche l’organizzazione gerarchica e autoritaria; dall’altro i presbiteriani accoglievano l’esigenza puritana di una maggiore de-cattolicizzazione della Chiesa inglese e di un’articolazione più democratica del clero che avrebbe dovuto essere eletto dal basso, cioò dai fedeli stessi organizzati in comunità parrocchiali ( presbiteri ), anzichò venire nominato dall’alto del potere vescovile. Questi conflitti politico religiosi condussero l’Inghilterra alla guerra civile, alla condanna e alla decapitazione di Carlo I e alla successiva dittatura repubblicana di Oliver Cromwell. Quest’ultima fu espressione, sul piano politico, della media borghesia e, su quello religioso, di una variante puritana più radicale dei presbiteriani – gli Indipendenti, che pretendevano una completa autonomia della Chiesa dal re e dal potere polirtico. La storia dell’Inghilterra della prima metà del Seicento ò dunque in gran parte la vicenda del confronto tra i sostenitori dell’assolutismo monarchico e dell’episcopalismo e dei difensori di una più o meno grande redistribuzione del potere che consentisse maggiori margini di autonomia agli strati mediobassi della borghesia e della Chiesa. Sebbene di estrazione piccolo-borghese – era nato a Malmesbury nel 1588 da un pastore di campagna – Hobbes si schierò decisamente a favore del partito realista e della Chiesa anglicana. Ciò ò stato in parte spiegato con il suo carattere timoroso, pieno di orrore per ogni sedizione e disordine civile, in parte con il fatto che egli visse lungamente al servizio e sotto la protezione dei potenti: fu precettore di due generazioni di Cavendish, futuri duchi del Devonshire, nel castello dei quali concluderà i sui giorni, ed insegnò matematica al futuro Carlo II che, diventato re, lo proteggerà nell’ultima parte della sua lunga vita. In ogni caso la scelta di Hobbes ò in piena sintonia con la sua teoria secondo cui l’unico modo per garantire la pace e la sicurezza civile ò la concentrazione di tutto il potere delle mani di uno solo. Se il pensiero politico di Hobbes ò fortemente influenzato dalle vicende storiche da lui vissute, la sua formazione filosofica dipende in gran parte dai lunghi soggiorni che egli trascorse nel Continente. Dopo aver conseguito nel 1608 il bacca-laureato delle Arti ad Oxford, dal 1610 al 1612 egli accompagna il discepolo William Cavedish in un viaggio in Europa. Questo primo contatto con la cultura continentale verrà consolidato da altre permanenze, soprattuttto in Francia e in Italia, negli anni 1629-31, 1634-37, 1640-51. L’ultima di esse ò un volontario esilio, motivato da ragioni di sicurezza: nel 1640 egli aveva fatto circolare manoscritti gli Elementi di legislazione naturale e politica, in un momento in cui si radicalizzava la lotta tra il re e il Parlamento. Durante questi viaggi Hobbes ebbe occasione di conoscere Galilei ad Arcetri e, a Parigi, Gassendi, Mersenne ( su invito del quale scrisse le terze Obiezioni alle Meditazioni di Cartesio ) e molti esponenti dell’ambiente libertino. Si delineavano così alcuni aspetti essenziali del suo pensiero: l’assunzione del modello matematico in filosofia, l’attenzione per il razionalismo cartesiano, corretto però dall’empirismo di Gassendi, la critica razionalistica alla religione che sfiora l’ateismo. Durante il soggiorno parigino Hobbes pubblica il De cive ( 1642 ), che costituisce l’ultima parte di una trilogia filosofica-politica, gli Elementa philosophiae, le cui prime due componenti, il De corpore e il De homine, usciranno rispettivamente nel 1655 e nel 1658, dopo il rientro in Inghilterra. Prima di ritornare in patria egli pubblica tuttavia la sua opera principale, il Leviatano ( 1651 ), che costituisce la summa del suo pensiero, anche se la discussione dei problemi politici ò nettamente prevalente sull’esposizione dei temi gnoseologici ed etici. Caduto Cromwelle restaurata la monarchia, Hobbes trova un valido protettore nella persona di Carlo II, suo antico discepolo. Morirà a Londra, più che novantenne nel 1679.
- 1600
- Filosofia - 1600