All’ambiente romantico in generale e al circolo di Jena in particolare, ò legata la figura di Friedrich Wilhelm Joseph Schelling. Nato nel 1775 a Leonberg nei pressi di Stoccarda, da una famiglia molto colta, per la sua sorprendente precocità viene ammesso nel seminario teologico di Tubinga all’età di soli quindici anni, cioò tre prima dell’età stabilita. Qui divide la stanza con Hegel e Hoderlin, entrambi più anziani di lui di cinque anni. Laureatosi in teologia, si dedica ben presto alla filosofia dopo essersi nutrito delle letture di Rousseau, di Kant e soprattutto di Fiche, del quale diviene in un primo tempo, un sagace interprete e continuatore. Risultato di questo sua periodo fichtiano dell’attività filosofica del giovane Shelling sono gli scritti Sulla possibilità di una forma della filosofia in generale del 1794, l’anno stesso della pubblicazione della Dottrina della scienza di Fiche; Dell’io come principio della filosofia, in cui Shelling manifesta le sue simpatie per Spinoza e tenta di reinterpretarlo alla luce dell’idealismo fichtiano; nonchè le importanti Lettere filosofiche sul dogmatismo e il criticismo. In quest’ultima opera, Shelling ribadisce le affinità e le divergenze tra i due indirizzi filosofici, che mirano entrambi all’identità assoluta di soggetto e oggetto, ma con la differenza che il criticismo vede in essa un compito infinito, mentre il dogmatismo la presuppone come un dato di fatto, senza darne alcuna fondazione. Conclusi gli studi universitari, Schelling non abbraccia la carriera ecclesiastica, ma si impiega come precettore prima a Stoccarda poi a Lipsia. Qui studia la matematica e le scienze naturali, sviluppando quegli interessi per il mondo della natura che caratterizzano la sua produzione filosofica dal1797 al 1800. Le sue Idee per una filosofia della natura entusiasmano Goethe, attraverso gli uffici del quale, nel 1798, Schelling viene nominato professore straordinario presso l’università di Jena. Le Idee sono il primo di una serie di lavori in cui Schelling espone la sua filosofia della natura: ad esse seguono Dell’anima del mondo (1798), il Primo abbozzo di un sistema della filosofia della natura (1799) e la Deduzione generale del processo dinamico o delle categorie della fisica (1800). Nel 1800 esce il capolavoro di Schelling, il Sistema dell’idealismo trascendentale, nel quale si mostra come la sua filosofia dello spirito, che ò oggetto precipuo dell’opera, non sia che l’altra faccia della medaglia rispetto alla filosofia della natura, che era al centro degli scritti precedenti. Al 1800 risale anche la rottura di Schelling con il circolo romantico, motivata soprattutto dall’inimicizia personale con Friedrich Schlegel, che ne era il principale animatore. Nello stesso tempo, Schelling inizia un’intensa collaborazione con Hegel, trasferitosi a Jena su suo invito. Insieme, essi dirigono il ‘Giornale critico della filosofia’ negli anni 1802-3. Nello stesso 1803, Schelling lascia Jena per Wà¼rzburg dove ò nominato professore di Filosofia, iniziando la sua attività accademica con un ciclo di lezioni poi confluita nella Propedeutica della filosofia, pubblicata postuma e diretta contro Fichte. Ai soggiorni di Jena e di Wà¼rzburg risalgono gli scritti del cosiddetto periodo della sua filosofia dell’identità (1801-5): Esposizione del mio sistema filosofico (1801), Bruno o sul principio divino e naturale delle cose (1802), Lezioni sul metodo degli studi accademici (1803), Filosofia e religione (1804), Aforismi sulla filosofia della natura (1805). Appariranno postumi il Sistema dell’intera filosofia e la Filosofia dell’arte. Nel 1806 gli avvenimenti politici, oltrechò i soliti dissapori personali generati dal suo carattere alquanto difficile, inducono Schelling a trasferirsi a Monaco. Con la pace di Presburgo (26 Dicembre 1805)la Baviera, alleata della Francia contro l’Austria, amplia i suoi confini assurgendo a regno: deve però cedere alla Casa d’ Asburgo il territorio di Wà¼rzburg. Rifiutandosi di prestare giuramento al nuovo governo, Schelling chiede ed ottiene di trasferirsi a Monaco, la capitale del nuovo regno di Baviera, dove rimane fino al 1841, con l’eccezione di un breve soggiorno a Stoccarda (1810) e una più lunga permanenza a Erlangen (1820-27). A Monaco, egli diviene membro dell’Accademia delle scienze e segretario generale dell’Accademia delle belle arti. Soltanto nel 1820 egli riprenderà a Erlangen l’attività didattica, poi continuata all’università di Monaco, dopo il suo ritorno in questa città nel 1827. Nel 1809 muore la moglie Caroline, già sposa di August Wilhelm Schlegel, e tre anni dopo sposa Pauline Gotter, da cui ha sei figli, uno dei quali curerà la prima edizione delle sue opere. Il periodo i Monaco ò segnato anche da polemiche vecchie e nuove e da clamorose rotture. Il contrasto con Fichte ò radicalizzato nell’Esposizione del vero rapporto della filosofia della natura con la dottrina migliorata di Fichte. Nel 1807 avviene la rottura definitiva con Hegel, che nella Prefazione alla Fenomenologia dello Spirito aveva criticato la sua concezione dell’Assoluto e l’intuizionismo su cui essa era fondata. Anche con Jacobi e con Heine, Schelling condusse in questo periodo aspre e lunghe polemiche. Ai primi anni di Monaco risale la cosiddetta sua filosofia della libertà (1806-1820), caratterizzata dall’accentuarsi di quell’orientamento religioso che si era manifestato apertamente già nello scritto Filosofia e religione del 1804. L’opera in cui meglio si confessano i temi di filosofia della libertà sono le Ricerche filosofiche sull’essenza della libertà umana, del 1809. Nel 1841, Schelling viene chiamato all’università di Berlino. Dalla cattedra che fu di Hegel egli spera di suscitare una vasta reazione contro l’ormai imperante filosofia dell’ex amico e collaboratore. Ma anche a Berlino i rapporti con l’ambiente sociale e accademico non tardano a guastarsi. Deluso dalla scarsa risonanza della sua ultima filosofia e anche avversato dal governo prussiano, Schelling si ritira definitivamente a vita privata fino alla morte, avvenuta nel 1854 a Bad Ragaz, in Svizzera, dove si era recato per un periodo di cura. Frutto dell’attività accademica svolta da Schelling prima a Monaco (dal 1827) poi a Berlino sono, oltre all’ Esposizione dell’empirismo filosofico (1830), la Filosofia della mitologia (le cui stesure vanno dal 1842 al 1854)e la Filosofia della rivelazione (1854), le quali costituiscono le due parti della sua filosofia positiva, l’ultima fase del pensiero schellinghiano.
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