E’ una delle notizie che ha animato la cronaca italiana degli ultimi giorni. Nell’ambito di un processo per violenza sessuale, un collaboratore scolastico è stato assolto dai giudici dopo essere stato accusato di aver toccato – o, meglio, palpato – una studentessa minorenne. Secondo la sentenza, la breve azione non può essere considerata reato in quanto priva di intento libidinoso o di concupiscenza, così come richiesto dalla legge. Decisione, questa, che ha provocato non poche polemiche e che – siamo sicuri – è destinata a far parlare ancora.
Il tribunale ha assolto il collaboratore ATA
I fatti risalgono all’aprile dell’anno scorso, precisamente il giorno 12, quando il collaboratore avrebbe toccato la studentessa per una manciata di secondi, con una durata stimata tra i 5 e i 10 secondi. Ma, nonostante il tribunale abbia ritenuta veritiera la ricostruzione dei fatti esposta dalla ragazza (ovvero che mentre saliva le scale, a scuola, si sia sentita abbassare i pantaloni e toccare i glutei con una mano estranea), ha concluso che non vi sia stata alcuna intenzione di molestare la giovane. L’ATA ha sostenuto di averlo fatto “per scherzo”. E difatti, secondo il tribunale, sarebbe mancata proprio l’intenzione da parte dell’uomo di molestare la giovane.
La Procura aveva chiesto una condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per il collaboratore scolastico, ma il tribunale ha respinto le accuse e ha assolto l’imputato. Secondo la decisione dei giudici, l’azione è stata considerata repentina e non sussisteva un intento libidinoso o di concupiscenza. Ciò che invece sarebbe richiesto dalla normativa penale per configurare il reato di violenza sessuale. Anzi, i giudici del tribunale hanno ritenuto verosimile la tesi di “manovra maldestra” o di uno “scherzo”, così come lo ha definito il suo autore.
Palpata “breve” non considerata reato
Sono state proprio le modalità dell’azione a portare a questa decisione i giudici, che hanno messo in dubbio la volontarietà del gesto e la natura della violazione della libertà sessuale. Secondo quanto riferito dall’Ansa, i magistrati hanno sostenuto che lo sfioramento potrebbe essere stato causato da una manovra maldestra e accidentale dell’imputato, senza alcuna intenzione deliberata.
Naturalmente, si tratta di una interpretazione azzardata che ha scatenato indignazione generale e frustrazione tra studentesse e studenti. In proposito è intervenuta Tullia Nargiso, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Lazio. Che ha dichiarato: “Di nuovo una molestia non viene riconosciuta in quanto tale per una motivazione assurda, stavolta addirittura in virtù della sua durata. Vogliamo sentirci sicure in ogni luogo, e in particolare a scuola”.
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