L’adeguamento dei prezzi dei libri scolastici all’inflazione rischia di pesare notevolmente sui bilanci familiari. Previste misure di sostegno per le famiglie con ISEE basso, ma resta il divario tra le regioni.
Dal 2025, i prezzi dei libri di testo scolastici saranno adeguati all’inflazione. Questo cambiamento, avvenuto dopo anni di stallo, è stato introdotto dalla legge 106 del 2024 e potrebbe causare un significativo aumento dei costi per le famiglie. L’Associazione Italiana Editori (AIE) lancia l’allarme: c’è il rischio di un pesante impatto economico sui ceti medi.
L’adeguamento dei prezzi dei libri era atteso da tempo
Dopo anni di richieste da parte degli editori, a partire dal 2025 il tetto dei prezzi dei libri scolastici, che era fermo dal 2013, sarà finalmente adeguato al tasso di inflazione programmata. La nuova normativa è stata inserita all’interno della legge 106/2024, che ha modificato il decreto legge “Sport e scuola”, in particolare l’articolo 15 del decreto legge 112/2008 con la precisazione che i tetti di spesa saranno indicizzati all’inflazione. La misura è stata accolta positivamente dagli editori che da tempo lamentavano il mancato adeguamento dei prezzi alla crescente inflazione.
Il divario tra le regioni: sostegni variabili e iniqui
Un’altra novità introdotta dalla legge è l’aumento del fondo di 133 milioni già destinato a coprire la gratuità o parziale copertura dei libri di testo per le famiglie con ISEE basso. Questo fondo, inizialmente previsto dalla legge 135/2012, mira a garantire l’accesso ai libri per gli studenti delle famiglie più svantaggiate.
Purtroppo, però, l’accesso a questi fondi varia notevolmente da regione a regione creando una disparità significativa. In Piemonte, per esempio, il voucher scuola è riservato a studenti con ISEE inferiore a 26.000 euro, mentre nel Lazio il tetto massimo è di 15.493,71 euro; in Puglia, la soglia è ancora più bassa, con un limite di 11.000 euro che arriva a 14.000 per le famiglie più numerose. A conti fatti, si tratta di una differenza di oltre 15.000 euro tra alcune regioni.
Il ceto medio viene lasciato senza protezione
L’aumento del tetto di spesa per i libri scolastici potrebbe tradursi in una vera e propria stangata per le famiglie con redditi medi, ovvero non bassi, ma comunque lontani dalla ricchezza. Con l’adeguamento all’inflazione, i prezzi complessivi dei testi scolastici saliranno inevitabilmente. Paolo Tartaglino, vicepresidente dell’AIE, ha proposto di estendere le detrazioni fiscali per l’acquisto dei libri scolastici, già attive in altri settori come la sanità.
Secondo l’AIE, la detrazione fiscale sui libri scolastici potrebbe costare allo Stato tra 80 e 90 milioni di euro, una cifra che permetterebbe di alleggerire significativamente la spesa per l’acquisto dei testi. Tuttavia, non è solo il costo dei libri a preoccupare. Secondo Tartaglino, i tetti sui libri di testo, che dovevano contenere i costi, hanno portato a una riduzione delle adozioni di alcuni testi fondamentali. Ad esempio, solo il 5% delle scuole secondarie di primo grado adotta ancora un’antologia, un testo che, in molte famiglie, rappresenta l’unico libro di lettura presente in casa.
Bonus libri: una procedura complessa e poco accessibile
Anche il bonus libri, pensato per aiutare le famiglie meno abbienti, presenta numerose difficoltà. Tartaglino ha spiegato che per accedere al bonus sono necessari in media dodici passaggi: una procedura complessa e spesso poco chiara rende difficile per molte famiglie, soprattutto con basso reddito, ottenere i fondi disponibili. Inoltre, in alcune regioni i contributi arrivano in ritardo o in quantità insufficienti.