Autonomia differenziata: più di 600.000 firme per fermare la legge Calderoli - Studentville

Autonomia differenziata: più di 600.000 firme per fermare la legge Calderoli

Autonomia differenziata: più di 600.000 firme per fermare la legge Calderoli

In meno di dieci giorni, l’iniziativa per il referendum contro l’autonomia differenziata ha raccolto migliaia di firme: un segnale che mette in allarme la Lega e gli altri partiti di governo.

Il progetto di autonomia differenziata, noto come Legge Calderoli 86/24, ha sollevato un’ondata di proteste in tutta Italia. A poco più di un mese e mezzo dalla sua approvazione è infatti iniziata una raccolta firme per promuovere un referendum abrogativo: i risultati sono impressionanti, con oltre 600.000 firme raccolte in meno di dieci giorni. Questa reazione si era iniziata a vedere già dalle prime ore dall’avvio dell’iniziativa, quando le adesioni avevano già superato quota 100.000 grazie al supporto di vari ambiti politici, sindacali e associativi.

Questi dati sono stati resi noti da Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra. Nonostante il periodo estivo e le alte temperature che di solito riducono l’affluenza a iniziative di questo tipo, la raccolta firme ha invece visto un’ampia partecipazione; secondo Bonelli “i cittadini stanno dimostrando una forte volontà di difendere l’unità del Paese, la sanità pubblica e il sistema scolastico nazionale”.

È anche vero che modalità di raccolta delle firme sono state diversificate proprio per raggiungere il maggior numero di persone possibile. Accanto ai tradizionali banchetti posizionati nelle piazze simbolo delle principali città, è stato possibile firmare anche online e, in alcuni casi, in luoghi inusuali come le spiagge. A Napoli, per esempio, alla spiaggia “Mappatella Beach”, si è registrata un’affluenza straordinaria di cittadini in fila, molti dei quali in costume, pronti a dare il loro contributo contro quella che è stata definita “una legge che rischia di dividere il Paese in due”.

Lega in allarme: rischia di restare completamente isolata

Il successo dell’iniziativa referendaria sta creando diverse preoccupazioni all’interno della Lega, partito che ha fortemente voluto e sostenuto l’autonomia differenziata. Se da un lato il presidente della Camera, il leghista veneto Lorenzo Fontana, ha cercato di mantenere un atteggiamento positivo affermando che “se ci sarà un referendum, ben venga, così vedremo cosa ne pensano i cittadini”, dall’altro lato, all’interno del Carroccio, si stanno spegnendo i toni trionfalistici che avevano accompagnato l’approvazione della legge.

I timori della Lega non sono infondati: il rischio che il referendum possa bloccare l’attuazione della legge è concreto e questo potrebbe isolare il partito anche all’interno della coalizione di governo. Fratelli d’Italia e Forza Italia, infatti, stanno iniziando a prendere le distanze, preoccupati per le possibili reazioni negative degli elettori, che potrebbero sentirsi traditi e decidere di cambiare orientamento politico, soprattutto al Sud.

Un ulteriore problema legato all’attuazione della legge è poi rappresentato dai costi per finanziare i Lep (Livelli Essenziali delle Prestazioni), che dovrebbero essere garantiti uniformemente in tutto il Paese. La Legge di Bilancio 2025 potrebbe non essere in grado di fornire le risorse necessarie, rendendo difficile evitare squilibri regionali, e il governo dovrà anche confrontarsi con i vincoli europei di stabilità, in particolare dopo l’assegnazione all’Italia del più ampio pacchetto di fondi Ue legati al Pnrr.

La forte opposizione di Tridico alla Legge Calderoli

Nel frattempo, si intensificano le voci di opposizione alla Legge Calderoli. Pasquale Tridico, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, ha dichiarato che l’autonomia differenziata è “un tradimento per il Sud” e che potrebbe aumentare ulteriormente le disuguaglianze nel Paese; Tridico ha poi ribadito che il Movimento 5 Stelle è in prima linea per fermare questa legge che minaccia la coesione nazionale e che è stata criticata anche dalla Commissione europea nel suo recente ‘Country Report’. “Dobbiamo lavorare per colmare i divari territoriali, sociali e generazionali nel nostro Paese e migliorare la sanità, la scuola e i servizi pubblici. L’autonomia differenziata, invece, va esattamente nella direzione opposta”.

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