L’approvazione della Legge 86/24 sull’autonomia differenziata
Durante il mese di giugno 2024, il Governo ha approvato la Legge 86/24 sull’autonomia differenziata delle regioni in Italia. Sebbene la normativa sia già valida, il Governo cercherà di operare in modo costante, rispettando le procedure con cautela, per permettere a tutte le regioni di completare il progetto stabilito.
In merito a ciò, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto dovranno trovare un accordo con lo stesso Governo, poiché codeste regioni hanno richiesto di poter negoziare su “nove materie” previste dall’autonomia differenziata. In questo modo, le tre regioni non avrebbe alcun bisogno dei cosiddetti LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), ossia dei servizi che lo Stato deve garantire ai cittadini in merito al settore sanitario, formativo, all’assistenza sociale, eccetera.
A tal proposito, il Governo si dimostra “aperto” e disponibile verso qualsiasi confronto con altre regioni, ma pure con Provincie e i Comuni. Ciò è stato anche confermato dal Ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli.
Come hanno reagito i governatori delle regioni italiane
In Lombardia, il presidente della Regione Attilio Fontana ha rimembrato al Governo che fosse già presente una “trattativa” tra la Lombardia e le istituzioni governative. La contrattazione è stata iniziata da Roberto Maroni in precedenza, richiedendo tutte e 23 le materie previste dall’autonomia differenziata.
Inoltre, anche in Veneto il presidente della Regione Luca Zaia ha avvertito il Governo che alle nove materie potrebbero esserne unite altre, come da accordo già redatto durante il 2018.
In Puglia, invece, il Presidente regionale Michele Emiliano ha espresso la sua opinione in merito:
“In alcune materie come scuola e sanità, approfittando di bilanci ordinari molto più ricchi di quelli del Sud, in riferimento alle regioni del Nord, il rischio è che si stabilisca una retribuzione aggiuntiva di medici, infermieri e insegnanti”.
Il governatore pugliese, con questa dichiarazione, ha dimostrato la sua preoccupazione in vista dell’approvazione dell’autonomia differenziata. Secondo il Ministro, infatti, le operazioni previste dalla Legge 86/24 “porterebbero via” interamente il capitale umano del Meridione nelle materie della sanità e della scuola.
La visione del Governatore Stefano Bonaccini
Anche in Emilia Romagna, le opinioni del presidente Stefano Bonaccini sembrano essere autoritarie e “in contrasto” con le procedure governative. Il 15 luglio 2024, infatti, Bonaccini ha dichiarato a proposito della Legge sull’autonomia differenziata:
“C’è tanto che non va, poiché noi avevamo chiesto poche materie e qui le chiedono tutte quante, che sono tantissime, compreso scuola e sanità che è proprio un errore gravissimo. Potenzialmente con la legge Calderoli ci potrebbero essere 20 pubbliche istruzioni diverse”.
Infine, il governatore romagnolo ha concluso evidenziando che la materia scolastica dovrebbe più solida e “unica“, rendendola così più omogenea per l’intero Paese.