L’ordinamento scolastico nel nostro paese riconosce alle scuole italiane un’autonomia gestionale, al fine di realizzare un vero e proprio decentramento amministrativo, dando così attuazione alle direttive che “dovrebbero” (meglio usare il condizionale) avvicinare il modello di scuola italiano a quello degli altri paesi membri dell’Unione Europea.
Uno degli obiettivi principali prefissati dallo stato italiano al fine di allinearsi con i paesi UE è di migliorare il livello della formazione cercando di aumentare la partecipazione alle attività formative, prevedendo l’istituzione di fondi che possano sostenere delle azioni volte a centrare tali obiettivi.
Il sistema scolastico e formativo italiano è stato nell'insieme riformato con la L. 28 marzo 2003, n. 53 al fine di raggiungere gli obiettivi indicati prima. Adesso, a distanza di quasi dieci anni, ci si chiede quali sono stati i risultati di tali provvedimenti. Proviamo a scoprirlo insieme.
Leggendo un articolo pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”, apprendiamo che, in dieci anni di finanziamenti da parte dello stato alle scuole pubbliche, vi sono stati dei tagli di circa il 93% dei fondi che dovevano essere inviati per incrementare l’offerta formativa e per dare accoglienza agli studenti stranieri, al fine di attuare le direttive dell’Unione Europea mai del tutto rispettate.
Infatti, in dieci anni, il finanziamento previsto dalla legge 440/97, che finanzia l'autonomia scolastica, è stato ridotto tantissimo, e degli 87 milioni di euro che il Parlamento aveva previsto per lo scorso anno scolastico erogati in ritardo e proprio in questo periodo, poco meno di 11 milioni verranno trasferiti alle scuole per la realizzazione di progetti previsti dal Piano dell'offerta formativa.
In tutto il territorio nazionale, gli istituti scolastici sono più di diecimila e per ognuna di loro vi sono a malapena mille euro di sovvenzione per l’attuazione della loro autonomia gestionale, vale a dire all’incirca 1,40 euro per ogni alunno. Con questa cifra “stratosferica”, la scuola nel pieno dei propri poteri gestionali, autonomamente, dovrebbe centrare i seguenti obiettivi voluti dalla stessa riforma:
1) l’ampliamento dell'offerta formativa;
2) il supporto per l’innovazione didattica ed educativa;
3) lo sviluppo di progetti a sostegno della formazione e altre innovazioni, fortemente voluti dall’ex ministro Gelmini;
4) provvedere all'accoglienza degli studenti stranieri, dando vita a dei momenti di scambio interculturale tra paesi europei e non;
5) lo svolgimento di attività di formazione e aggiornamento per i docenti e per la formazione in lingua Inglese.
Siamo sicuri che con 1,40 euro ad alunno, i dirigenti scolastici saranno talmente virtuosi da raggiungere tutti gli obiettivi indicati prima e, per di più, si riveleranno in grado di garantire agli studenti anche una gita scolastica “extra”, magari a Lourdes. E voi, di una scuola così mal ridotta, cosa ne pensate?