Avvocatura in crisi? Crollano gli iscritti a Giurisprudenza

Avvocatura in crisi: crollano gli iscritti a Giurisprudenza

La professione forense sta attraversando una crisi profonda evidenziata dal drastico calo di iscrizioni alla facoltà di Giurisprudenza.
Avvocatura in crisi: crollano gli iscritti a Giurisprudenza

La professione forense sta attraversando una crisi profonda evidenziata dal drastico calo di iscrizioni alla facoltà di Giurisprudenza. Un tempo considerata prestigiosa e sinonimo di stabilità professionale, questa facoltà ha perso progressivamente appeal tra i neodiplomati.

Il fenomeno si inserisce in un cambiamento più ampio del panorama accademico italiano, dove gli studenti privilegiano percorsi di studio con componenti pratiche e interdisciplinari, abbandonando carriere giuridiche un tempo ambite ma oggi caratterizzate da ostacoli formativi e incertezze lavorative.

Il calo delle immatricolazioni

Il Rapporto Censis-Cassa Forense evidenzia un drammatico declino nelle iscrizioni a Giurisprudenza. Tra il 2010/2011 e il 2023/2024, le immatricolazioni sono crollate da 28.029 a 16.989, segnando un calo del 39,4%.

Rispetto all’indice di riferimento del 2010/2011, gli iscritti totali hanno raggiunto il minimo storico del 65,5% nel 2023/2024, con un alto tasso di abbandono che aggrava ulteriormente la situazione.

Fattori di crisi

Il percorso di studi in Giurisprudenza presenta numerose criticità che contribuiscono alla diminuzione delle iscrizioni. Innanzitutto, il carico didattico risulta particolarmente impegnativo, richiedendo anni di studio intenso prima del conseguimento della laurea. A questo si aggiunge un periodo post-laurea caratterizzato da tirocini obbligatori e ulteriore formazione necessaria per accedere alle professioni giuridiche tradizionali.

Anche il contesto lavorativo rappresenta un forte deterrente: il mercato dell’avvocatura appare saturo e i redditi sono spesso inferiori rispetto ad altre carriere accessibili con lauree magistrali. Questa precarietà economica spinge molti laureati verso percorsi alternativi nel settore pubblico o privato, dove però emerge il divario tra preparazione teorica universitaria e competenze pratiche richieste dalle aziende.

Esame di abilitazione forense

L’esame di abilitazione ha subito numerose modifiche negli anni, passando da tre prove scritte e un orale a due orali durante il Covid (2020-2022), fino all’attuale formato con una prova scritta e una orale.

I candidati sono drasticamente diminuiti: 22.750 nel 2020, 17.925 nel 2021, 14.395 nel 2022 e 9.703 nel 2023, con un lieve aumento a 10.316 nel 2024.

Tempi d’iscrizione ed autonomia economica

Il percorso post-laurea verso la professione forense evidenzia criticità significative nei tempi di realizzazione. La maggioranza dei laureati (34,2%) impiega tra quattro e sei anni per iscriversi all’Ordine, seguita da chi necessita di tre-quattro anni (28,2%). Solo il 22,3% riesce a completare l’iter nei tempi previsti, mentre il 15,3% supera i sei anni.

Anche dopo l’iscrizione, l’autonomia economica resta un traguardo distante: appena il 19,8% degli avvocati la raggiunge entro i primi due anni, il 17,8% in tre-quattro anni, il 21,8% in cinque-sei anni e il 21,1% dopo oltre sei anni d’attività. Preoccupante il dato che rivela come il 19,6% non abbia ancora conseguito stabilità economica.

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