Un quarto dei bambini dichiara di pensare spesso alle app e di usarle per sfuggire ai problemi. Cresce l’allarme per l’impatto sulla salute mentale.
Nonostante le restrizioni legate all’età imposte dalle piattaforme, la maggior parte dei ragazzini americani tra gli 11 e i 12 anni è presente su social come TikTok, Instagram e Snapchat. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dalla UC San Francisco e pubblicato a gennaio sulla rivista Academic Pediatrics. La ricerca ha coinvolto un campione rappresentativo di oltre 10.000 bambini tra gli 11 e i 15 anni, rivelando dati preoccupanti: il 6,3% degli under 13 ha un account social nascosto ai genitori, aggirando le regole che richiedono almeno 13 anni per iscriversi.
TikTok si conferma la piattaforma preferita dai giovanissimi, ma non è l’unica: in media, i bambini possiedono più di tre account social, includendo anche Instagram, YouTube e Snapchat. Jason Nagata, pediatra presso l’UCSF Benioff Children’s Hospitals e autore principale dello studio, sottolinea l’urgenza di affrontare il fenomeno: “TikTok è il social più popolare tra i bambini, ma è solo la punta dell’iceberg. I decisori politici devono intervenire per creare misure efficaci a tutela dei più giovani”.
La questione, al momento, è di particolare attualità negli Stati Uniti, dove venerdì la Corte Suprema discuterà sul divieto imposto dal Congresso all’uso di TikTok, che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio. I ricercatori esortano le autorità a considerare l’impatto complessivo dei social media sul benessere dei minorenni.
Dipendenza, salute mentale e prestazioni scolastiche: l’impatto dei social
Lo studio evidenzia segni preoccupanti di dipendenza dai social media tra gli under 13. Il 25% dei bambini intervistati ha dichiarato di pensare frequentemente alle app e di utilizzarle per dimenticare i propri problemi; un ulteriore 17% ha ammesso di aver cercato di ridurre il tempo trascorso sui social senza successo; l’11% ha segnalato effetti negativi sull’andamento scolastico dovuti all’uso eccessivo di queste piattaforme.
Nagata spiega che i comportamenti osservati riflettono un uso problematico simile a quello delle dipendenze, con sintomi come astinenza, tolleranza, conflitti e ricadute. I risultati sottolineano come il tempo trascorso sui social sia correlato a problemi di salute mentale, tra cui depressione, disturbi alimentari, ADHD e aggressività. “Un quarto dei bambini ha mostrato elementi di dipendenza, anche tra gli appena undicenni”, ha dichiarato Nagata.
L’allarme è condiviso dall’American Academy of Pediatrics, che ha sviluppato il Family Media Plan, un piano volto a guidare le famiglie nella gestione del tempo trascorso online. Il programma incoraggia genitori e figli a pianificare insieme un utilizzo equilibrato dei media digitali, con un focus sul mantenimento di una relazione sana con gli schermi.
Gli interventi necessari
Lo studio della UC San Francisco evidenzia l’urgenza di politiche efficaci per proteggere i bambini dall’uso improprio dei social media. Con un quarto dei bambini già alle prese con segni di dipendenza e conseguenze tangibili sulla salute mentale e sul rendimento scolastico, la questione non può più essere ignorata.
L’educazione digitale, supportata da iniziative come il Family Media Plan, rappresenta un passo fondamentale per coinvolgere genitori, scuole e comunità nel costruire un ambiente digitale più sicuro e responsabile per le nuove generazioni.