La salute mentale dei più giovani è stata messa a dura prova da due anni di pandemia e gli studenti di conseguenza vogliono far sentire la loro voce e spingono per amplificare la cura e l’attenzione nei confronti del loro benessere psicologico, partendo dall’ambiente scolastico.
Il disagio è stato affrontato di petto dai ragazzi, tanto che nel mese di marzo, il network studentesco “Chiedimi Come Sto” si è mosso per cambiare le cose e ha organizzato un corteo a Roma e diverse assemblee e flash mob che hanno animato tante città italiane, come Milano, Genova, Padova e Palermo.
Scuola e salute mentale: gli studenti chiedono più cura e attenzione
I principali fattori di malessere sperimentato a scuola sono stati indagati grazie a uno studio commissionato dall’Unione degli Studenti, effettuato su un campione di 3651 ragazzi: è lo spauracchio delle interrogazioni a mettere in maggiore difficoltà, tanto che ben 9 studenti su 10 hanno dichiarato di provare ansia e stress in concomitanza di verifiche orali o scritte.
Non si tratta di un semplice timore da prestazione, ma di qualcosa di più profondo, dal momento che il 63% del campione ha rivelato di aver sofferto durante il percorso scolastico di veri e propri attacchi d’ansia e panico, con episodi di vomito nervoso. Inoltre, per l’83% degli studenti, l’esito della valutazione va a influenzare l’umore per il resto della giornata.
Certo, la responsabilità non è tutta imputabile al sistema di valutazione, anche perché quasi 6 studenti su 10 (57,7%) confermano di provare ansia anche non in correlazione alle verifiche e inoltre il 53% sostiene che gli impegni scolastici ostacolino la possibilità di coltivare le proprie passioni e interessi.
Secondo gli studenti, la scuola non presta un’attenzione adeguata alla loro salute mentale: nell’83% dei casi non sono mai state organizzate attività o momenti di approfondimento sulle tematiche del benessere psicologico. Solo un intervistato su tre afferma che i propri docenti si preoccupano del loro benessere psicologico e 6 su 10 trovano nei compagni di classe un supporto nei momenti di difficoltà.
Benessere psicologico: la scuola italiana tra le più stressanti d’Europa
Nel 90% dei casi gli intervistati confermano la presenza di un professionista della psiche a scuola, ma il 65,6% del campione non sa quando il servizio è attivo e soltanto il 3,1% testimonia la presenza giornaliera di uno psicologo o una psicologa.
Una criticità individuata dai ragazzi riguarda poi l’obbligo di farsi autorizzare dai genitori per poter usufruire dello sportello psicologico: questo aspetto in particolare li scoraggia, impedendo loro di affidarsi a un professionista, mentre solo il 12,5% si è rivolto allo psicologo della scuola almeno una volta.
“La scuola deve ripensarsi” ha sottolineato Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti. “Il modello scolastico attuale provoca ansia e stress anche nelle situazioni di normalità. Del resto, già i dati Ocse del 2017 segnalavano la scuola italiana tra le più stressanti d’Europa”.