Bimbo autistico deriso dalle maestre in chat: cos’è successo
Una storia che ha dell’incredibile e che sta facendo piano piano il giro del web e dei telegiornali: un bimbo autistico di sei anni è stato deriso dalle sue maestre in una chat di Whatsapp. “Luca ha bisogno di andare a scuola, ha bisogno di stare insieme con gli altri bambini e adesso é costretto a stare in casa, con il rischio di una grave regressione. Adesso ho paura di portarlo li, la mia paura non nasce adesso dal fatto che ho avuto il coraggio di urlare, ho paura da quando ho letto quei messaggi e ascoltato quegli audio carichi di odio nei confronti di mio figlio, non posso lasciare mio figlio nelle mani di chi dice questo di lui”, ha dichiarato la mamma del bambino, secondo quanto riporta “La battaglia di Andrea“, associazione che si batte per i diritti dei diversamente abili.
Bimbo autistico deriso dalle maestre in chat: i fatti
Questi messaggi stanno facendo capire alla mamma del bambino tante cose che sono accadute in passato nei suoi confronti, tra cui l’intolleranza nei suoi confronti. Ora la donna chiede aiuto alle istituzioni perché è molto spaventata per suo figlio che vuole vivere la sua normalità quotidiana e vuole frequentare la scuola in tranquillità. La notizia è stata diffusa il 5 aprile, tuttavia i fatti risalgono allo scorso mese: le insegnati avrebbero addirittura gioito quando il bambino è risultato positivo al Covid-19 e per questo motivo è dovuto rimanere a casa. A denunciare il tutto è stata un’operatrice educativa per l’autonomia a conoscenza della chat incriminata. A questo punto la signora si è rivolta all’associazione La battaglia di Andrea per chiedere aiuto.
Bimbo autistico deriso dalle maestre in chat: le dichiarazioni
Su quanto accaduto ha detto la sua anche Erika Stefani, ministro per le disabilità nel governo Draghi, attraverso un post su Facebook: “I giornali denunciano una vicenda grave ai danni di un bambino di 6 anni con disturbi dello spettro autistico. Qualora dovessero essere confermate le accuse nei confronti di insegnanti che a Roma avrebbero deriso il bimbo in una chat Whatsapp, saremmo di fronte a un clima inaccettabile e a comportamenti che offendono la persona, arrecando danni anche a coloro che ogni giorno lavorano nel mondo della scuola con dedizione, accompagnando gli alunni con disabilità nei percorsi di studio. Le parole sono importanti e hanno delle conseguenze perciò ci attendiamo chiarimenti sui fatti che, se confermati, comporterebbero provvedimenti esemplari”.