DIVINA COMMEDIA DI DANTE: COME STUDIARLA. Nel corso del triennio delle scuole superiori all’interno del programma di Italiano compare la Divina Commedia, divisa nel corso dei tre anni in Inferno, Purgatorio e Paradiso. Un vero e proprio incubo per la maggior parte degli studenti, che si ritrovano di fronte al linguaggio incomprensibile di Dante, e si riducono ad imparare pezzettini di parafrasi sparsi qua e là, senza un nesso logico e senza capirne il significato. Sarà forse per questo motivo che la Divina Commedia è detestata dalla maggior parte degli studenti, fino ad arrivare a temerla anche durante gli Esami di Maturità?
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DIVINA COMMEDIA DI DANTE: STRUTTURA E RIASSUNTO. Ebbene, per riuscire ad amare Dante e la Divina Commedia, e di conseguenza riuscire a studiare con metodo questa importantissima opera della letteratura italiana, bisogna adottare uno schema di lavoro efficiente, che ci consenta di apprendere rapidamente i concetti e a collegarli tra di loro. In questo post spiegherò dunque come impostare lo studio della Divina Commedia, così da rendere il lavoro meno faticoso e allo stesso tempo più efficiente e produttivo.
- 1. Avere chiara la genesi della Divina Commedia. Per avere chiara in mente la genesi dell’opera, bisogna dare una lettura alla vita di Dante e al contesto storico. In questo modo capiremo perché Dante ha scritto la sua Commedia, qual è il suo scopo, e quali sono gli antecedenti letterari dell’opera.
- 2. Conoscere le caratteristiche generali della Divina Commedia. Nel corso del triennio si dimenticano quasi completamente le caratteristiche della Divina Commedia, per cui la lettura delle terzine, senza alcune considerazioni preliminari, appare priva di senso. Per questo motivo è bene riprendere sempre i caratteri principali della Divina Commedia, ponendo l’attenzione sui suoi significati allegorici, sulle tematiche trattate (cercando di metterle in relazione con la vita di Dante e il contesto storico), sulla concenzione dello spazio e del tempo, sulla pluralità di stile e linguaggio, la figura del protagonista/narratore, la simbologia dei numeri. Se si avranno chiari questi concetti basilari, la lettura dell’opera risulterà più chiara e piena di significato.
- 3. Tenere bene a mente la struttura della Divina Commedia. Anche questo fattore viene spesso messo in secondo piano nel corso del triennio, e lo studio si concentra unicamente sulle singole parti della Cantica studiata, dimenticando come e perché si è giunti a quel punto. Ci si concentra insomma sulle singole sezioni, dimenticando la visione d’insieme e la struttura generale dell’opera. Allora, è opportuno ripassare tutto il percorso di Dante, dalla selva fino all’Empireo, comprendere perché egli percorre i 3 regni, come sono strutturati, e come si attua il passaggio da un regno all’altro. A questo punto avremo una base solida e protremo proseguire con lo studio specifico dei canti e delle terzine!
DIVINA COMMEDIA: COME STUDIARE CANTI E CANTICHE. Ricordiamo di avere sempre una visione d’insieme anche all’interno di ogni Cantica: Dante sta intraprendendo un percorso con uno scopo generale, e specifico per ogni regno: percorre l’Inferno per esplorare il male nel mondo, percorre il Purgatorio per trovare la via della purificazione, sale in Paradiso per avere una visione diretta di Dio. Per questo motivo, i canti di cui ogni cantica è composta sono collegati tra di loro, ed è bene conoscere il contenuto anche di quelli di cui con si farà un lavoro diretto sul testo.
Nello specifico poi, per studiare un singolo canto occorre:
- Leggere il riassunto iniziale del canto: Conosceremo già il contenuto che poi andremo a leggere nello specifico.
- Comprendere come è strutturato il canto: Per esempio, supponiamo di dover studiare il I canto del Paradiso. Il I canto del Paradiso è così strutturato:
vv. 1-36: Proemio e invocazione ad Apollo
vv. 37-81: trasumanazione di Beatrice e Dante
vv. 82-93: primo dubbio di Dante
vv. 94-142: secondo dubbio di Dante
- Leggere le terzine e procedere con la parafrasi: Prendiamo come esempio i vv. 16-18 del I canto del Paradiso:
Infino a qui l’un giogo di Parnaso
assai mi fu; ma or con amendue
m’è uopo intrar ne l’aringo rimaso.
Per procedere con la parafrasi, bisogna innanzitutto ricostruire la frase:
Infino a qui mi fu assai l’un giogo di Parnaso; ma or m’è uopo intrar ne l’aringo rimaso con amendue.
La parafrasi allora sarà:
Fino a questo punto mi è bastata una sola cima del Parnaso; ma adesso è necessario che io affronti la prova rimasta con entrambe.
- Comprendere il significato della terzina: Per comprendere il significato della terzina, infine, bisogna affidarsi alle note critiche: sapremo allora che una sola cima del Parnaso (monte della Grecia) si riferisce alle Muse, e l’altra cima si riferisce ad Apollo. Dunque, per poter procedere con il racconto del Paradiso (l’aringo rimaso), Dante ha bisogno dell’aiuto delle Muse e di Apollo.
Ricapitolando, ecco 5 consigli per studiare al meglio la Divina Commedia:
- Ripassare il contesto storico e la vita di Dante
- Riguardare le caratteristiche generali dell’opera
- Avere chiara la struttura generale dell’opera
- Fare attenzione al contenuto e alla struttura di ogni singolo canto
- Per il lavoro sul testo: ricostruire la frase, fare la parafrasi, leggere le note critiche
DIVINA COMMEDIA DI DANTE: TUTTO QUELLO CHE TI SERVE. Ora che sai come studiare la Divina Commedia puoi iniziare ad utilizzare tutte le nostre risorse: