Saggio breve sulla violenza sulle donne - StudentVille

Saggio breve sulla violenza sulle donne

La violenza sulle donne e il femminicidio, saggio breve svolto e corredato con documenti, riflessioni; svolgimento per un saggio breve sulla violenza di genere.
Saggio breve sulla violenza sulle donne
La violenza sulle donne e il femminicidio, saggio breve svolto e corredato con documenti, riflessioni; svolgimento per un saggio breve sulla violenza di genere.

SAGGIO BREVE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE

Ti hanno assegnato un saggio breve sulla violenza sulle donne? Non disperare, siamo qui per darti tutto l’aiuto che ti serve. Come sai la violenza contro le donne è un argomento molto spinoso e sempre attuale per cui è molto semplice andare fuori tema e perdere il filo del discorso tra mille riflessioni.
Per evitare di incappare in questo inconveniente è sempre bene seguire una scaletta e, quando presenti, lasciarsi guidare dai documenti che solitamente ti vengono proposti nella traccia e che permetteranno di centrare la tematica trattata e di organizzare meglio lo svolgimento dell’elaborato! I documenti che ti proponiamo sono stati scelti per svolgere un saggio breve sulla violenza sulle donne che tratti nello specifico del femminicidio.
Lo svolgimento, comunque, può tornarti utile anche per scrivere per un tema o un testo su questo argomento.

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VIOLENZA SULLE DONNE SAGGIO BREVE: DOCUMENTI E ARTICOLI PER RIFLESSIONI

La violenza contro le donne ha ormai raggiunto le dimensioni di una vera e propria emergenza sociale ed è un argomento che spesso arriva alla ribalta e se ne sente parlare ai telegiornali, in radio, sul web, ma tu sei davvero pronto per affrontare la scrittura di un saggio breve? Prima di tutto un consiglio: leggi con attenzione i documenti e poi organizza le idee con ordine sulla base di questi contenuti. Non dimenticare di esporre la tua idea, che contribuirà a rendere personale il tuo elaborato.
Ora però passiamo al saggio breve vero e proprio; svolgeremo per te la seguente traccia: “La violenza contro le donne rimane un problema significativo e affrontarlo è un «obbligo internazionale». Non a parole, ma con leggi e con azioni reali. Fai il punto della situazione in Italia attraverso i documenti proposti.”

  • Documento 1: Per le donne tra i 15 e i 44 anni la violenza è la prima causa di morte e di invalidità: ancor più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e persino della guerra. Questo dato sconvolgente, proveniente da una ricerca della Harvard University, apre il rapporto sulla violenza contro le donne nel mondo diffuso in questi giorni dal “Panos Institute” di Londra, un’organizzazione non governativa che si occupa di problemi globali e dello sviluppo.
    Il rapporto, preparato per l’apertura di una sessione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile, raccoglie studi e ricerche sul problema della violenza sulle donne effettuati in ogni parte del pianeta da organismi e istituti nazionali e internazionali. Dalle sue pagine, emerge la drammatica fotografia di una realtà che non risparmia nessuna nazione e nessun continente.
  • Documento  2: Articolo di Luisa Pronzato tratto da Panorama “Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita – ha detto Manjoo lunedì a Ginevra -.
    In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza”, riconosce, “questi risultati non hanno però portato a una diminuzione di femminicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine”.
  • Documento  3: “Cara Chiara, ti porterei via da questo paese, brucerei la carta di identità”. L’indomani della sentenza di appello che ha ridotto da 20 a 16 anni la pena all’aggressore della 21enne (in stato vegetativo) il padre condensa in un post dolore e rabbia: “Si fanno ricorrenze e salotti sulla violenza sulle donne. Ma al dunque chi fa del male a una donna ne esce sempre meglio della vittima” di Thomas Mackinson, Il Fatto Quotidiano | 5 novembre 2015
  • Documento 4:  È necessario comprendere che il fenomeno rappresenta una vera emergenza sociale, che deve essere combattuta alla radice con uno sforzo unanime e con la responsabilità di tutti i soggetti sociali, istituzioni, famiglia e scuola in primis – afferma Agnese Ranghelli -, ribadendo che, come adulti, abbiamo il dovere, anzitutto educativo, di preparare le nuove generazioni. Agnese Ranghelli, Responsabile Nazionale delle Donne Acli

SAGGIO BREVE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE: TRACCIA SVOLTA

Possiamo iniziare: leggi bene tutti i testi proposti e citali accuratamente durante lo svolgimento.

Se conosci a fondo l’argomento inserisci pure ulteriori informazioni a tua disposizione, che sicuramente contribuiranno a arricchire il saggio breve sulla violenza sulle donne.
Saggio breve sulla violenza sulle donne. Titolo: Il femminicidio in Italia: si può fare di più?
Violenza sulle donne, saggio breve Consegna: Rivista di attualità

SAGGIO BREVE SVOLTO SULLA VIOLENZA SULLE DONNE

Introduzione. Prima di tutto introduci brevemente l’argomento: Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. Questi dati sono sotto gli occhi di tutti e si possono verificare anche solo aprendo le pagine di cronaca dei quotidiani, o ascoltando la tv.

VIOLENZA SULLE DONNE: SAGGIO BREVE: Svolgimento

Passiamo poi a scrivere la parte centrale del saggio breve che comprende anche l’analisi dei vari documenti. La violenza di genere in Italia viene considerata una violazione dei diritti umani ed è a tutti gli effetti una conseguenza delle forme di violenza meno conclamate e palesi che molte donne subiscono ogni giorno.  Le violenze o gli omicidi sono commessi dai familiari, mariti e padri, amici, vicini di casa, conoscenti stretti e colleghi di lavoro o di studio. Mi chiedo quindi, vista la situazione: come evitare tutto questo?
È solo una questione privata, una questione di rapporto uomo-donna che si consuma drammaticamente tra le mura domestiche oppure riguarda la coscienza di tutti? Chi non si è trovato attonito di fronte alla notizia, l’ennesima, di un assassinio brutale di una donna? È stata persino istituita una giornata mondiale contro la violenza sulle donne, proprio per non dimenticare!
Questo significa che  le vittime in tutti gli altri giorni vengono ricordate? Il numero di queste violenze è diminuito? Non proprio, anzi è un fenomeno sociale allarmante secondo i dati a disposizione. La situazione in Italia è alquanto preoccupante, perchè sono ancora molte, troppe, le vittime di violenza. A proposito di questo è giunto un monito da parte di Rashida Manjoo, ex commissario parlamentare della Commissione sulla parità di genere in Sud Africa, docente Dipartimento di Diritto Pubblico dell’Università di Città del Capo, che denuncia una situazione nota per l’Italia, dove le leggi tardano a concretizzarsi. Si chiede espressamente una legge specifica per evitare la violenza contro le donne, si chiede di finanziare case rifugio e centri antiviolenza e in particolar modo, prevenire la violenza, la protezione delle vittime e favorire la condanna dei colpevoli.
Il rapporto di Rashida Manjoo mette in evidenza l’incapacità di rispondere con strumenti adeguati a proteggere le vittime. Ci sono alcuni provvedimenti, ma non sono sufficienti. A proposito di questo, prendiamo un recente esempio, quello di un post scritto su Facebook da Maurizio Insidioso, il padre di Chiara, la ragazza massacrata di botte dal fidanzato la cui pena è stata ridotta in appello di quattro anni, con uno sconto da 20 a 16 anni di reclusione. Quest’uomo, addolorato e avvilito dalla sentenza, ha pubblicato la foto della figlia ridotta ad un vegetale, dandola al mondo, in un atto disperato di denuncia! Il caso di Chiara, come di moltissime altre donne induce a farsi una domanda sensata ma cruda: lo Stato, la giustizia, dove sono? Si rimane certo basiti di fronte a questa indulgenza, allo sconto di pena, non per sete di vendetta, ma per un atto di giustizia dovuto verso quelle donne che hanno subito maltrattamenti e sono state uccise. Possiamo dunque dire di essere ancora lontani dalla meta stabilita dall’Unione Europea, che prevede più tutela e supporto per le donne maltrattate? L’Italia, si è impegnata ratificando la Convenzione di Istanbul che si propone di prevenire la violenza sulle donne, ma poi, nel concreto, i passi da fare sono davvero ancora tanti.
E’ ormai, dunque, una sorta di emergenza sociale, come afferma Agnese Ranghelli, Responsabile Nazionale delle Donne Acli, che sostiene che il problema deve essere “risolto alla radice con uno sforzo unanime e con la responsabilità di tutti i soggetti sociali, istituzioni, famiglia e scuola in primis, ribadendo che, come adulti, abbiamo il dovere, anzitutto educativo, di preparare le nuove generazioni”. In merito a questo mi preme sottolineare come questo sia un fenomeno che riguarda proprio tutti, dalle istituzioni alla scuola, dalle coscienze personali all’intera società. Queste morti e queste violenze, troppo frequenti e tragiche, riguardano anche noi che fortunatamente non conosciamo questo tipo di esperienza dolorosa per il fisico e per l’anima.

SAGGIO BREVE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE: Conclusione

Infine, la conclusione, senza dimenticare di fare una breve considerazione sull’argomento: L’attualità ha portato termini come “femminicidio” e “violenza sulle donne” ad entrare nel lessico comune. I fatti parlano chiaro perché ancora oggi pare non diminuire il numero delle vittime di violenza. Morire per mano di un uomo che si conosce, si ama, con cui si convive, è la prima causa di morte per le donne! Sembra un’assurdità, invece è proprio un dato ufficiale del Panos Institute di Londra.
Queste donne hanno dei nomi, parlavano, lavoravano, studiavano, e non possono rimanere nell’ombra, nessuno può girare la testa dall’altra parte. In attesa che lo Stato faccia la sua parte, tutti noi possiamo, anzi dobbiamo impegnarci, per sradicare i taboo, per educare al rispetto e al coraggio, per emanciparci da una cultura ancora oggi fin troppo maschilista.

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