Il bullismo è un fenomeno che purtroppo non cessa di affliggere molte scuole. Le conseguenze psicologiche e fisiche a cui i ragazzi vittime di bullismo sono esposti possono essere estremamente gravi, e in alcuni casi possono portare a conseguenze tragiche. E’ questo il caso di un ragazzino di 14 anni che, bullizzato dai suoi compagni, ha deciso di ingerire ben 30 pastiglie finendo in ospedale. Ma come si sono svolti i fatti?
14enne bullizzato ingoia 30 pastiglie
Siamo in una scuola superiore di Venezia. Qui, un ragazzino che frequenta la prima classe, era perseguitato da tempo da alcuni suoi coetanei. Questa situazione era diventata insostenibile, tanto da spingerlo presumibilmente a tentare il suicidio. Ha ingerito infatti 30 pastiglie, azione che ne ha causato il ricovero in ospedale. L’episodio ha scosso l’opinione pubblica e ha portato alla ribalta, ancora una volta, l’importanza di combattere il bullismo e promuovere la cultura del rispetto e dell’accettazione dell’altro.
Non si conoscono ancora tutti i dettagli, ma ciò che è certo è che l’episodio si è svolto nel convitto nel quale il giovane ed i suoi coetanei abitano. E’ chiaro che il ragazzo abbia subito una grande pressione e sofferenza emotiva a causa delle azioni dei suoi aguzzini. Il suo gesto estremo di ingerire una quantità così grande di pastiglie è stato un modo per cercare di fuggire da questa situazione e trovare sollievo dal dolore che stava provando.
Fortunatamente, il ragazzo è stato soccorso tempestivamente e portato nell’ospedale di Mestre, dove ha ricevuto le cure necessarie per salvarlo. E’ fuori pericolo, ma l’istituto starebbe prendendo dei provvedimenti al fine di valutare le responsabilità ed accertare la dinamica dei fatti. La scuola ha già indetto un consiglio di classe per parlare del gesto dell’adolescente.
Preso in giro e isolato da tempo
Nell’ambito del consiglio, il ragazzo ha fornito una testimonianza della vicenda. Ha detto di essere stato isolato da tempo dai suoi coetanei, che lo prendevano sistematicamente in giro. Era stato poi spostato di stanza. Ma non sarebbe il solo episodio di questo calibro accaduto nello stesso convitto. Per questo, come ha dichiarato in proposito il preside della scuola, l’istituto aveva già mandato degli esperti al fine di aiutare il giovane in difficoltà. Tuttavia, secondo l’uomo, il disagio del ragazzino avrebbe radici più profonde, sarebbe iniziato prima di arrivare presso la scuola.
Ed ha inoltre sottolineato il fatto di avere diversi problemi con i ragazzini che frequentano il primo anno. Tanto da aver dovuto impartire ad alcuni di questi significative sanzioni, oltre a ricorrere al supporto degli psicologi.
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