1° A e 1° B: polemiche sulla composizione delle classi
Alla Scuola Elementare “Satta” di Cagliari “monta” la polemica per la composizione delle classi. Stando alla ricostruzione dei genitori, una prima classe, ossia la sezione A, è stata formata inserendo unicamente alunni stranieri. Mentre l’altra, la sezione B, prevede bambini di prevalenza italiana.
Le accuse alla preside della scuola
Molti genitori hanno espresso lamentele sull’operato della dirigente scolastica Elizabeth Piras Trombi Abibatu, la quale non ha tardato a far valere le proprie ragioni, spiegando i motivi della decisione d’istituto.
” I genitori parlano di “classe ghetto”, ma in realtà non c’è alcuna ghettizzazione. Qualcuno sta strumentalizzando la vicenda. Infatti, le classi, si compongono cercando di assecondare le richieste delle famiglie dei bambini che ci vengono presentate nel momento dell’iscrizione. Alla fine abbiamo cercato di soddisfare le richieste di tutti”.
Lo “scontro” mediatico tra scuola, docenti e genitori
Ebbene, da diversi giorni in città e nella scuola questo argomento è al centro dell’attenzione e fonte di dialoghi e discussioni. Vi sono quattro parti chiamate in causa: i bambini, i genitori, i docenti e la preside.
E’ innegabile che quanto accaduto, abbia posto gli insegnanti in una condizione difficile creando loro malumore. Gli stessi, chiedono alla scuola di cancellare tutto, smorzando le polemiche e invitando l’istituto a rivalutare la questione. Il corpo insegnanti avrebbe invitato la preside prima della composizione delle aule, ad assumere una decisione “diversa”, orientata al mescolamento dei bambini, in modo tale da comporre due classi eterogenee. La preside, invece, pare abbia deciso in autonomia, senza considerare il consiglio dei docenti.
I genitori degli alunni stranieri temono che gli stessi figli possano sentirsi isolati ed “esclusi” dalle attività scolastiche con gli altri studenti. Di contro, le famiglie dei bambini italiani, paventano il trasferimento dei figli in altre scuole, qualora si arrivasse alla decisione di riformulare la composizione delle aule. Questo, non certo per un discorso “raziale”, ma per una eventuale mancata accoglienza delle richieste iniziali.
I bambini, ovviamente, non vogliono sentirsi “isolati” e la decisione che la scuola dovrà assumere dovrebbe in primis tutelare gli alunni.
Un altro caso “simile”: un pericoloso precedente
Un caso similare è stato portato a galla a Fondi, in provincia di Latina, dove la situazione era molto vicina a quanto accaduto alla scuola di Cagliari. L’esperienza insegna che i bambini hanno lamentato un certo isolamento. La scelta della dirigente scolastica, non ha sicuramente prodotto il risultato migliore per gli stessi alunni. Molto probabilmente la formazione delle aule sarà rivista, in maniera aderente da quanto previsto dalle normative vigenti., Infatti, non va dimenticato che la scuola rappresenta un pubblico servizio, per il bene di tutti.
La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza sarda, Carla Puligheddu, si esprime sulla vicenda:
“Va considerato che ci sono categorie, ruoli e professioni, come anche è doveroso applicare le normative che disciplinano la composizione delle classi, considerando, però, persone e la loro sensibilità. Ci sono aspettative, ma anche priorità, che però non devono andare oltre i diritti dei bambini. Quanto accaduto, mi pare, possano raccontare i desideri degli adulti, mettendo in secondo piano le necessità dei più piccoli”.