I campi di concentramento in Italia: la Risiera di San Sabba - Studentville

I campi di concentramento in Italia: la Risiera di San Sabba

Morire senza avere colpa. L'orrore del nazismo, rivive nei lager e in Italia ne resta uno tristemente famoso

Se ne parla troppo poco, ma anche l’Italia ha avuto i suoi campi di concentramento

Orrore e ricordo. Non è importante aver vissuto negli anni della follia nazista, ma è fondamentale non dimenticare. Nel mondo, ma anche in Italia, visitare i campi di sterminio richiede una certa preparazione psicologica, ma sarebbe importante prevedere un tour di questo tipo nel corso della vita.

Nel nostro Paese, resta un simbolo immortale della crudeltà (e stupidità) umana la Risiera di San Sabba, l’unico lager visitabile che si trova a Trieste e anche l’unico dell’Europa meridionale.

Risiera-San-Sabba-Trieste

Qui morirono 5.000 persone lasciando un segno indelebile in quello che all’inizio era solo lo stabilimento per l’essiccazione del riso. Il suo ruolo cominciò ad essere quello di transito dei deportati e poi quello di magazzino dei beni sequestrati ai prigionieri, prima di diventare l’ultima prigione di vittime innocenti.

La struttura, infatti, era tristemente adatta agli orrori della Seconda Guerra Mondiale, con l’essiccatoio che diventò il forno crematorio. L’uccisione per gassazione, invece, avveniva con i motori diesel degli autocarri.

La brutalità dei lager, dunque, è rimasta indelebile pure in Italia, anche se in effetti i tedeschi avevano fatto di tutto per cancellarne le tracce. Durante la loro fuga, infatti, a Risiera di San Sabba erano stati distrutti il forno e la ciminiera, ma in seguito furono ricostruiti per lasciare una testimonianza alla generazioni future.

Oggi all’interno si trova un museo e l’area è monumento nazionale. I campi nazisti furono tanti, ma da noi il massacro ha interessato soltanto la zona.

Il restauro è avvenuto con l’ausilio del cemento e visitarlo non è meno impressionante di luoghi più famosi come Mauthausen o Dachau ad esempio. La documentazione presente è notevole e trasporta il visitatore in un periodo in cui la sfortuna personale, davvero faceva la differenza tra la vita e la morte.

I campi di concentramento e transito istituiti dalle autorità tedesche ed i campi di concentramento provinciali istituiti dalla Repubblica Sociale Italiana (che spesso erano carceri italiane) in realtà hanno una lista molto lunga:

Campi di concentramento tedeschi in Italia

Campo di transito di Fossoli
Campo di transito di Bolzano (maggio 1944 – maggio 1945)
Risiera di San Sabba (Trieste)
Campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) (settembre 1943 – febbraio 1944)

Campi di concentramento italiani

Alessandria: Campo di concentramento di San Martino di Rosignano. Per donne straniere
Ancona: Campo di concentramento di Senigallia, presso la Colonia marina UNES.
Aosta: Campo di concentramento di Aosta, presso la Caserma Mottina.
Asti: Campo di concentramento di Asti, presso il Palazzo del Seminario di Asti.
Cuneo: Campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo.
Ferrara: Campo di concentramento di Ferrara, nei locali del Tempio Israelitico di rito italiano.
Firenze: Campo di concentramento di Bagno a Ripoli, presso la Villa La Selva.
Forli: Campo di concentramento di Forlì, presso l’Albergo Commercio di Corso Diaz.
Servigliano: Campo di concentramento di Servigliano (Ascoli Piceno)
Genova: Campo di concentramento di Coreglia Ligure (spesso erroneamente definito Campo di concentramento di Calvari di Chiavari).
Grosseto: Campo di concentramento di Roccatederighi, presso la Villa del Seminario di proprietà della Curia vescovile.
Imperia: Campo di concentramento di Vallecosia, presso la Caserma.
Lucca: Campo di concentramento di Bagni di Lucca, presso la Villa Cardinali in località Bagni Caldi.
Macerata: Campo di concentramento di Sforzacosta.
Mantova: Campo di concentramento di Mantova, presso la Casa di Riposo Israelitica.
Milano: campo di concentramento di Milano, presso il carcere di San Vittore
Padova e Rovigo: Campo di concentramento di Vo’ Vecchio (Padova), presso la Villa Contarini-Venier.
Parma: Campo di concentramento di Salsomaggiore, presso il Castello degli Scipioni (per gli uomini) e Campo di Monticelli Terme, presso l’Albergo Bagni (per le donne e i bambini).
Perugia: Campo di concentramento di Perugia, presso l’Istituto Magistrale.
Piacenza e provincia: Campo di concentramento di Cortemaggiore
Ravenna: Campo di concentramento di Ravenna, presso le carceri.
Reggio Emilia: Campo di concentramento di Reggio Emilia, prima presso Casa Sinigaglia, poi a Villa Corinaldi e infine a Villa Levi di Coviolo.
Roma: Campo di concentramento di Roma, presso il carcere di Regina Coeli.
Savona: Campo di concentramento di Spotorno
Sondrio: Campo di concentramento di Sondrio, presso gli Uffici Sanitari del Comune in via Nazario Sauro.
Teramo: Campo di concentramento di Teramo, presso la caserma Mezzacapo, e Campo di Servigliano (Ascoli Piceno).
Venezia: Campo di concentramento di Venezia, presso la Casa di Riposo Israelitica nel ghetto di Venezia.
Vercelli: Campo di concentramento di Vercelli, nella cascina Ara Vecchia di proprietà del Comune, e poi nella Casa di Riposo Vttorio Emanuele III.
Verona: Campo di concentramento di Verona, presso la Caserma B, locata nella Torre comunale-scaligera della Porta Rofiolana, in via Pallone.
Vicenza: Campo di concentramento di Tonezza del Cimone, presso la Colonia Umberto I (20 dicembre 1943 – 30 gennaio 1944).
Viterbo: Campo di concentramento di Viterbo, nel carcere di S. Maria in Gradi.

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