Siamo agli ultimi giorni di scuola, quando il clima dovrebbe essere decisamente più rilassato rispetto al corso dell’anno scolastico. Ma, evidentemente, non per tutti. E accade, così, che durante una pausa scolastica, in una manciata di attimi e quando la maggior parte degli studenti erano fuori dall’edificio, un gruppetto di ragazzi di una classe di primo anno abbia deciso di trascorrere il proprio tempo libero in modo decisamente diverso dal solito. Ciò che è iniziato come una noia apparentemente innocua, si è trasformato rapidamente in un atto di vandalismo che ha fatto rimanere di stucco l’intera comunità scolastica. Vediamo come sono andate le cose.
Studenti scaraventano banchi e cattedra a scuola
Secondo quanto riportato dal sito internet del quotidiano Il Resto del Carlino, gli studenti hanno cominciato a scaraventare banchi, sedie e persino la cattedra dei professori, distruggendo tutto ciò che capitava loro a tiro. La motivazione dietro questo comportamento sembra essere una combinazione di noia e voglia di seminare il caos. Ma, come se non bastasse, i giovani hanno deciso di documentare le proprie gesta con gli smartphone.
Mentre devastavano l’aula, hanno iniziato a filmare tutto e a condividere i video attraverso i social. Le immagini, come è facile dedurre, hanno iniziato a diffondersi velocemente sul web, attirando l’attenzione di numerosi utenti e sollevando un’inevitabile indignazione. A rimanere profondamente sconvolta nel vedere le immagini della devastazione compiuta dagli studenti è stata la dirigente dell’istituto. Soprattutto in considerazione del fatto che l’istituto si fosse distinto durante l’alluvione guadagnandoi rispetto e ammirazione per il suo impegno nella ricostruzione della comunità.
Dad per tutti, poi la revoca la decisione
Volendo dare una punizione agli studenti, la preside ha emanato una circolare che ha scatenato una reazione a catena di indignazione e disapprovazione. La comunicazione annunciava una svolta radicale nell’organizzazione delle lezioni, imponendo l’insegnamento a distanza per tutti i livelli di scuola, dai primi ai quarti anni dei corsi diurni, nei giorni 8 e 9 giugno “per ragioni organizzative”. La decisione ha lasciato molti genitori, così come gli stessi studenti, all’oscuro dei motivi che l’avevano determinata. Nonostante la situazione di emergenza, questa scelta rappresentava un ritorno al distanziamento didattico che non veniva applicato da diverso tempo. Secondo le normative vigenti, ogni decisione di tale portata richiede una motivazione solida e precisa.
La circolare giunta ai rappresentanti sindacali, ha provocato una mobilitazione con reazioni negative e iniziative spontanee. Assemblee di genitori e gruppi di studenti si sono formati davanti all’istituto, chiedendo con veemenza alla dirigente di revocare la sua decisione. La situazione ha raggiunto un punto critico, con la protesta che rischiava di degenerare. Fortunatamente, la preside ha deciso di rivedere la sua posizione in serata, cedendo alle pressioni. Ha quindi ritirato la circolare con sommo sollievo da parte di tutti.
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