Le novità in fatto di carta docente
Il valore della carta docente starebbe per subire un cambiamento. Ed anche per quanto riguarda il diritto ad usufruirne da parte dei docenti precari potrebbero esserci delle novità. Dal 2015, ogni anno avviene un aggiornamento tecnico che coincide con il passaggio da un anno scolastico all’altro. Aggiornamento che porta una serie di modifiche o di novità. Facciamo chiarezza su quelle previste per il 2024/25.
Carta docente: verrà ridotta?
Ebbene sì, potrebbe accadere, ma non è esattamente una novità. Nel senso che questa possibilità è già prevista dal Dl 36/2022 in quanto, una parte dei fondi destinati a questa misura, dal 2027 serviranno per la Scuola di Alta formazione e per la retribuzione dei tutor necessari per i percorsi abilitanti. Lo si evince dall’art 44 del suddetto decreto legislativo nel quale si fa riferimento a “19 milioni di euro per l’anno 2024 e 50 milioni di euro a decorrere dall’anno 2025, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 123, della legge 13 luglio 2015, n. 107.”
Quindi, già a partire dall’anno scolastico 2024/25, il valore della carta del docente potrebbe passare da 500 a 420 euro (si attende solo la conferma ufficiale). L’unica possibilità per evitarlo sarebbe stata lo stanziamento di ulteriori 30 milioni per il 2024 e 61 milioni a partire dal 2025. Cosa che la manovra 2024 non prevede.
Carta docente e precari
Un’altra nota dolente riguarda i docenti precari. A questi, nel 2023 era stato riconosciuto il diritto di usufruire della card, ma solo ai supplenti fino al 31 agosto e per l’anno scolastico appena concluso. Con la sentenza 29961/2023, la Cassazione ha stabilito che anche i docenti precari con contratto al 30 giugno abbiano diritto alla carta del docente.
In particolare, la Corte aveva richiamato la pronuncia della Corte di giustizia UE secondo la quale, “in presenza di un lavoro identico o simile, la direttiva sul lavoro a termine e il principio di non discriminazione ostano a una norma nazionale che limiti il beneficio in questione ai soli dipendenti a tempo indeterminato” e ” valuta quindi comparabile (eguale o simile) con quello di ruolo, tra le varie forme previste dalla legge, l’insegnamento precario annuale e quello fino al termine della didattica, ai quali va pertanto riconosciuto, anche retroattivamente il beneficio”.
Secondo alcune stime, questa decisione potrebbe costare al Governo circa 100 milioni di euro (i docenti precari che potrebbero richiedere il bonus sarebbero infatti circa 200.000). Con tutte le difficoltà che questo comporta tra nuovi contenziosi e richieste di risarcimento.
Cosa prevede la carta docente
La carta docente, oramai la conosciamo bene, è un’iniziativa del governo introdotta nel 2015 allo scopo di supportare la formazione continua e lo sviluppo professionale dei docenti di ruolo delle scuole statali. Ogni anno scolastico, i docenti ricevono un bonus di 500 euro da spendere in beni e servizi utili alla loro formazione e aggiornamento professionale.
La carta può essere utilizzata per acquistare libri e testi (anche in formato digitale), riviste, software, computer e tablet (e dispositivi elettronici che abbiano in qualche modo attinenza con l’uso in ambito scolastico), e per accedere a corsi di formazione, sia in presenza che online. È possibile utilizzarla anche per l’iscrizione a corsi universitari e master, così come per biglietti per spettacoli teatrali, cinematografici e per l’ingresso nei musei, purché abbiano valenza educativa.
La carta è accessibile tramite un’apposita piattaforma online, sulla quale i docenti possono generare buoni per gli acquisti previsti, che poi possono essere utilizzati presso i fornitori aderenti.
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