Una società calcistica torinese ha deciso di adottare una politica piuttosto insolita: chiedere la pagella ai giovani giocatori. Se i ragazzi non ottengono risultati soddisfacenti a scuola, la società si riserva il diritto di non farli scendere in campo. Questa iniziativa ha suscitato molto interesse e dibattito nella comunità calcistica, soprattutto perché rappresenta una sorta di innovazione rispetto alla mentalità tradizionale del mondo del calcio. Spesso, infatti, l’aspetto sportivo viene privilegiato rispetto a quello educativo, e ci sono casi in cui i giovani talenti vengono sottoposti a ritmi di allenamento estenuanti, a discapito dei loro studi.
Chi va male a scuola non può giocare a calcio
Ma la storica società dilettantistica del Piemonte ha dimostrato di avere a cuore gli studi dei più giovani, ed ha così chiesto alle famiglie degli aspiranti calciatori di vedere le loro pagelle. Privilegiando, così, l’equilibrio tra sport e istruzione al fine di formare giovani atleti consapevoli dell’importanza dell’educazione e capaci di gestire la propria carriera sportiva in modo responsabile. L’allenatore che ha ideato la richiesta “facoltativa” delle pagelle, ritiene che l’intelligenza scolastica sia fondamentale per diventare buoni calciatori e vada di pari passo con l’abilità nel gioco. Tale pratica sarebbe piuttosto diffusa anche nei settori giovanili di molte squadre di serie A.
L’importanza dell’istruzione anche nel mondo del calcio
L’allenatore e la presidenza della società dilettantistica vogliono così perseguire lo scopo di supportare le famiglie, e per far comprendere anche ai ragazzi l’importanza della corretta condotta sul campo da gioco così come in classe. Avere una buona pagella permetterà loro di poter partecipare a tutte le partite e di poter fare carriera. Nel momento in cui dovessero ignorare questi consigli, potrebbero essere impartite sanzioni disciplinari che potrebbero comprendere anche la mancata convocazione alle partite del fine settimana.
L’istruzione prima di tutto, quindi. La squadra ha dimostrato di essere convinta che il successo a lungo termine dei propri giocatori dipenda non solo dalle loro abilità sul campo, ma anche dalle loro competenze e conoscenze al di fuori del mondo del calcio.
La decisione della squadra torinese rappresenta un interessante esperimento che potrebbe aiutare a formare atleti consapevoli e responsabili. L’istruzione è importante per chiunque, del resto, indipendentemente dalla professione che si sceglie di intraprendere, ed i giocatori di calcio non fanno eccezione.
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