Dopo il caso del Liceo Morgagni di Roma e del Monti di Cesena, anche a Bologna avrà inizio una sperimentazione: quella riguardante l’introduzione di una classe senza voti. Il progetto avrà inizio nell’anno scolastico 2024/25 ed è inutile dire come sia avvolto da impazienza e curiosità. Si tratta di un modello scolastico che, nonostante risulti allettante agli occhi degli alunni, non tutti approvano. Lo abbiamo visto criticare in passato tanto che, a Roma, è stato appena abolito. Ma scopriamone di più.
Classe senza voti, al liceo Manzoni di Bologna
L’esperimento verrà avviato presso l’istituto scolastico paritario bolognese, un liceo scientifico, a partire dal prossimo anno scolastico. E prevede l’emissione di una sola pagella per gli studenti, pagella che verrà consegnata a fine anno. Ad illustrare il progetto, intervistato da La Repubblica, è stato il professore di Lingua e Letteratura italiana Giacomo Rosso Marziali, uno dei referenti di “La classe degli obiettivi e del dialogo”.
In cosa consiste tale modello? Si tratta di una proposta educativa che intende la “valutazione come strumento per l’apprendimento e non viceversa”. Non si tratta, invece, di una scuola senza voto da intendersi in senso letterale. In questo contesto le valutazioni ci sono, e sono utili al raggiungimento del successo formativo che deve essere conseguito dagli studenti in un clima di benessere. Senza ansie e senza stress.
Il professore ha dichiarato in merito: “la classe senza voto non deve generare un equivoco, perché non sarà una classe senza valutazione. Anzi la valutazione degli studenti sarà molto più frequente e costante e serve ad alimentare il processo di apprendimento”.
Sotto stress non si rende meglio
Alla nascita dell’iniziativa si è giunti dopo attente e critiche valutazioni da parte di docenti, dirigenti scolastici e amministratori locali i quali a lungo si sono confrontati in merito portando le proprie esperienze e le proprie convinzioni. Sicuramente è stato in gran parte “influenzato” dal malessere manifestato dagli studenti nel post covid. Periodo difficile che ci ha messo tutti a dura prova, ma che in loro ha fatto scaturire ansie ed insicurezze che non possono essere alimentate anche sui banchi di scuola.
Per il docente, il concetto che sotto stress si renda meglio non corrisponde a verità. “Piuttosto che usare il voto come una minaccia, bisogna capire cosa può spingere uno studente a studiare”. Nonostante queste premesse, la pagella rimane pur sempre un obbligo normativo, e come tale deve essere rispettato. Per cui, alla fine dell’anno, verrà comunque consegnata agli studenti. Con tanto di voti riportati. Se una cosa è certa è che in questo momento “la classe senza voti” sembra essere, almeno per chi l’ha voluta, una buona strada da percorrere per rendere l’istruzione dei ragazzi più efficace e riguardevole dei loro bisogni. Staremo a vedere se così sarà una volta che sarà stata avviata.
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