COM'E' NATO OK? ECCO DA DOVE VIENE L'ESPRESSIONE. La usiamo tutti i giorni, a volte senza neanche farci troppo caso, e con tutta una serie di grafie del tutto diverse tra loro: stiamo parlando della parola OK – vista anche nelle varianti okay, ok, O.K. e mille altre – il cui significato è più o meno noto a tutti. Ma è incredibile pensare che ancora oggi non si conosca con precisione l'origine di questo semplicissimo termine e da dove viene l'espressione ok, con cui indichiamo un assenso di qualunque tipo, o ancora che “qualcosa è come deve essere” (in risposta alla domanda “come va?”). Sono infatti molteplici le ipotesi che gli studiosi di linguistica hanno avanzato nel tempo, cercando di capire come è nato ok e cosa significa, ma come spesso accade in questi casi non si è ancora arrivati a una conclusione definitiva, e quelle più accreditate hanno più o meno la stessa credibilità, senza prevalere dunque l'una sull'altra.
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DA DOVE VIENE L'ESPRESSIONE OK E COSA SIGNIFICA: LE IPOTESI DEI LINGUISTI. Per alcuni infatti si tratterebbe di un errore di scrittura che è poi diventato la norma.
- In base ad alcuni studi sulle etimologie popolare compiuto da Allen Walker Read, l'origine dell'ok sarebbe quella di “all correct”, modificato in modo improprio in oll korrect. Il significato quindi sarebbe stato mantenuto e in effetti molte attestazioni in documenti dell'epoca (si parla della prima metà dell'800 americano) ne testimoniano la diffusione. C'è anche una versione latina di questa ipotesi, per la quale la formula “Omnis Korrecta” utilizzata da alcuni insegnanti per dare i voti ai compiti dei loro allievi si sarebbe trasformata nella parola che usiamo anche oggi.
- Una variante implica che un candidato democratico alla presidenza chiamato Martin Van Buren avrebbe usato il soprannome Old Kinderhook, che nei manifesti elettorali avrebbe dato vita alla formula “Vote for Ok”.
- Secondo altri invece la parola avrebbe origini nel dialetto Choctaw, una popolazione facente parte del gruppo dei nativi americani. La parola “okeh”. Alcuni missionari cristiani avrebbero usato la parola come un sostituto di “amen”, per esempio nelle traduzioni della Bibbia, e in questo modo la particella si sarebbe diffusa.
- Altre attestazioni scritte ci portano invece nell'Africa occidentale, dove venivano utilizzate le lingue Wolof e Bantu, che usavano rispettivamente la parola “waw-kay”, e quella Mande, in cui esisteva la frase “o ke”. Il termine sarebbe dunque arrivato negli Stati Uniti tramite gli schiavi africani che venivano portati dai mercanti.
- Molto più vicino all'attuale utilizzo anglosassone è invece l'ipotesi secondo la quale si tratti di una corruzione dello scozzese parlato dagli immigrati in Nord America: la formula “och aye”, che si può tradurre come “oh sì”, sarebbe per l'appunto diventata “okay”.
- Suggestivo ma con pochi dati a suo supporto è invece il tentativo di fare risalire il termine a una frase greca “?λα καλ?” (che si legge come “óla kalá”), il cui significato è per l'appunto “tutto bene”.
- C'è un'altra ipotesi particolarmente interessante ma a quanto pare sconfessata dalla cronologia delle attestazioni, per la quale la parola sarebbe il risultato della crasi di “'0 Killed” utilizzata durante la Guerra Civile americana in ambito militare: nei dispacci si sarebbe utilizzato il termine per indicare che in una battaglia o in un combattimento non vi erano state perdite di uomini, descrivendo una situazione ideale.
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