Come riconoscere le fake news? Nel Regno Unito si studia a scuola - Studentville

Come riconoscere le fake news? Nel Regno Unito si studia a scuola

Come riconoscere le fake news? Nel Regno Unito si studia a scuola

Il governo Starmer reagisce all’ondata di disordini con un programma educativo per combattere la disinformazione.

In seguito ai violenti disordini scoppiati a causa della diffusione di notizie false riguardanti l’omicidio di tre bambine a Southport, il governo laburista di Keir Starmer ha deciso di intervenire con un’iniziativa senza precedenti: le scuole britanniche introdurranno un programma dedicato a insegnare come distinguere le notizie vere da quelle false, con l’obiettivo di preparare le giovani generazioni a navigare in modo critico e sicuro nel mare dell’informazione online fin da bambini.

La situazione nel Regno Unito

La decisione di introdurre degli insegnamenti specifici contro le fake news arriva dopo dieci giorni di scontri che hanno visto la partecipazione di centinaia di cittadini, molti dei quali minorenni; le violenze sono state causate proprio da una notizia, completamente falsa, che attribuiva a un immigrato musulmano l’uccisione di tre bambine. Il premier Starmer, in risposta alla situazione, ha ordinato l’invio di migliaia di agenti per reprimere i disordini, portando all’arresto di oltre 600 persone e alla rapida condanna di circa 350 individui. Il governo ha poi riconosciuto che la repressione non basta: il problema deve essere risolto alla radice; ecco quindi l’idea di intervenire nelle scuole per fornire ai giovani gli strumenti necessari per difendersi dalla disinformazione che ha mostrato il suo potere distruttivo in questo frangente.

L’approccio educativo anti fake news

Il programma educativo annunciato dal ministro dell’Istruzione Bridget Phillipson prevede che durante le lezioni di inglese, matematica e tecnologia dell’informazione, gli studenti imparino a identificare le fake news e a distinguere le fonti affidabili da quelle dubbie. Tra le varie attività, verranno analizzati articoli di giornali e notiziari della BBC e confrontati con il linguaggio usato dai siti specializzati in disinformazione. L’obiettivo è insegnare agli studenti quanto sia importante verificare le fonti, capire la pluralità delle opinioni e le regole basilari del giornalismo, come la necessità di specificare chi ha fatto cosa, quando, dove e perché.

Un altro aspetto del programma riguarderà l’aspetto grafico delle piattaforme che diffondono false informazioni che diventeranno oggetto di un’analisi visiva e contenutistica fondamentale per aiutare i giovani a riconoscere le trappole della disinformazione. Spesso, i siti di fake news cercano di imitare il design di siti autorevoli per ingannare i lettori, come nel caso della testata “Channel 3 Now”, che si presenta come un sito di informazione americano ma sembra avere legami con la Russia.

Durante le lezioni di matematica verrà invece insegnato come analizzare e interpretare correttamente le statistiche. Questo è un aspetto cruciale, poiché le false statistiche vengono spesso utilizzate per creare panico su temi sensibili come l’immigrazione, la criminalità e l’economia. La polizia aveva già esortato i cittadini a non condividere false informazioni durante i disordini, ma la nuova iniziativa educativa cerca di andare oltre, preparando i giovani a evitare di cadere in queste trappole fin dalla tenera età.

Le conseguenze della disinformazione e le nuove misure legali

Il capo del Police Chief’s Council, Gavin Stephens, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, ribadendo che le azioni online hanno conseguenze reali e tangibili. Stephens ha promesso che la polizia continuerà a perseguire chi ha fomentato i disordini, con l’obiettivo di portare tutti i responsabili davanti alla giustizia. Oltre all’intervento educativo, Starmer ha espresso l’intenzione di introdurre una nuova legge che punisca i giganti del web che permettono la diffusione di contenuti “legal but harmful” (legali ma pericolosi). La proposta però ha sollevato dubbi tra i giuristi, preoccupati che un controllo eccessivo dei contenuti online possa compromettere la libertà di espressione e dare troppo potere ai colossi tecnologici di Elon Musk e Mark Zuckerberg.

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti