Un’indagine rivela la complessità del fenomeno, tra degrado, abusi e nuove sfide educative
La Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta da Michela Vittoria Brambilla, ha pubblicato un documento che offre uno sguardo approfondito sulle problematiche che affliggono i minori in Italia. L’indagine conoscitiva mirata ad analizzare il degrado materiale, morale e culturale che coinvolge i giovani, con particolare attenzione al consumo di alcol e droghe, ai comportamenti violenti e al crescente disagio psicosociale, è stata realizzata con il contributo di esperti, operatori di comunità e rappresentanti istituzionali, e non si limita a evidenziare pesanti criticità, ma avanza anche proposte concrete per migliorare la situazione dei giovani italiani che vivono in condizioni di profondo disagio.
Degrado urbano e povertà educativa: fattori di rischio crescenti
Periferie degradate e criminalità
In molte aree del Paese, le periferie rappresentano un contesto dove il degrado urbano si intreccia con la criminalità, generando condizioni di vita difficili per i minori. La mancanza di opportunità e il controllo del territorio da parte di organizzazioni criminali rendono questi luoghi un terreno fertile per fenomeni come lo spaccio di droga, lo sfruttamento minorile e la dispersione scolastica. Particolarmente vulnerabili risultano i giovani provenienti da famiglie disagiate o immigrate, spesso costretti ad abbandonare la scuola per entrare nel mondo del lavoro o unirsi a bande giovanili.
Povertà educativa e conseguenze psicologiche
Il degrado economico e sociale si traduce anche in una povertà educativa sempre più radicata. In queste zone, i bambini e gli adolescenti crescono senza riferimenti culturali e senza possibilità di accedere a opportunità formative o ricreative. La mancanza di strutture adeguate per l’istruzione e il tempo libero contribuisce a creare una generazione incapace di proiettarsi nel futuro, intrappolata in una condizione di disagio esistenziale, che manifesta spesso rifiuto per la scuola, disturbi dell’umore e difficoltà relazionali.
Alcol, sostanze illecite e comportamenti a rischio
Un’emergenza legata all’abuso di alcol
Il consumo di alcol tra i minori è una delle problematiche più allarmanti emerse dall’indagine. Nel 2023, il 69% dei giovani ha dichiarato di aver consumato alcol, con pratiche pericolose come il binge drinking (25%) e sfide estreme come il drelfie e il balconing. L’età della prima ubriacatura si abbassa progressivamente e il fenomeno viene spesso vissuto come un rito di passaggio o un motivo di vanto.
L’aumento del consumo di droghe e le conseguenze sulla violenza
Parallelamente, si registra un aumento significativo nell’uso di sostanze illecite, con dati che tornano ai livelli pre-pandemia. Cannabis, cocaina e oppiacei sono sempre più diffusi, alimentando comportamenti aggressivi e una crescente violenza sociale. Il 40% degli studenti minorenni ha partecipato a risse nel 2023, e il 14% a episodi di violenza collettiva, spesso aggravati dall’abuso di alcol o droghe. Questi fenomeni sono accompagnati da un aumento di disturbi neuropsichiatrici, come l’ADHD e il disturbo della condotta, che accentuano ulteriormente le problematiche.
Ruolo della scuola e proposte di intervento
La scuola come baluardo educativo
Il sistema scolastico è individuato come uno strumento fondamentale per contrastare il degrado giovanile. La Commissione sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo educativo delle scuole, promuovendo attività che sviluppino competenze sociali e personali. Programmi di educazione sanitaria, inclusa la prevenzione delle dipendenze, e attività artistiche e sportive possono contribuire a creare un ambiente più inclusivo e stimolante.
Sport e supporto psicologico: strategie preventive
Lo sport emerge come un potente alleato per combattere le disuguaglianze e prevenire comportamenti a rischio. La sua capacità di unire le diversità e di promuovere competenze utili per la vita è riconosciuta come fondamentale. Anche la presenza di sportelli psicologici nelle scuole può aiutare, ma troppo spesso i giovani non vi accedono per paura di essere giudicati negativamente dai coetanei. Una soluzione potrebbe essere l’introduzione di figure come il pedagogista, che monitori le classi e promuova forme di sostegno come il peer tutoring.
Le conclusioni dell’indagine
L’indagine della Commissione offre una fotografia chiara e preoccupante della condizione minorile in Italia. Le problematiche evidenziate, dal degrado urbano alla diffusione di comportamenti a rischio, richiedono interventi sistematici e mirati. La scuola, la famiglia e lo sport rappresentano i pilastri su cui costruire un futuro più inclusivo e sicuro per le nuove generazioni, ma è indispensabile un impegno collettivo per invertire una tendenza che rischia di compromettere il potenziale delle giovani vite.