Nell’Università del Piemonte Orientale, una commissione d’esame ha ricevuto un attacco verbale da parte dei familiari di una studentessa per il voto basso a questa assegnato in fase di esame finale della scuola di specializzazione in pediatria alla quale era iscritta. Episodio, questo, che oltre che quello di molti presenti, ha sollevato il disappunto, tra gli altri, del rettore Gian Carlo Avanzi. Ma come si sono svolti esattamente i fatti? E quali saranno le conseguenze per la famiglia protagonista di questa vicenda?
Famiglia insulta commissione d’esame per voto basso alla figlia
La commissione d’esame, composta da docenti altamente qualificati, ha svolto il proprio lavoro con impegno e serietà, valutando le conoscenze e le competenze della studentessa. Ed attribuendole un voto di tutto rispetto, ovvero 68 su 70. Un punteggio che, siamo sicuri, sarebbero in molti a mettere la firma per ottenere. E invece evidentemente per la famiglia della studentessa non è stato abbastanza, tanto che i componenti di quest’ultima hanno manifestato il proprio disappunto attaccando verbalmente i membri della commissione.
Ciò che fa riflettere in questo caso è la mancanza di rispetto e di comprensione da parte dei familiari nei confronti dell’organo preposto alla valutazione della preparazione degli studenti. Se una cosa è certa, è che non è compito dei genitori cercare di influenzare i voti dei loro figli. Eppure è quello che è successo.
Comportamento sproporzionato per il rettore
Sull’episodio è intervenuto anche il rettore Gian Carlo Avanzi, che ha dichiarato di ritenere sproporzionato il comportamento tenuto da parte della famiglia della neo-specializzata. Ha inoltre aggiunto di trovarlo “penalmente rilevante e recante i segni dell’ingratitudine e della profanazione del luogo deputato alla creazione e alla diffusione della conoscenza”. Non ha escluso, inoltre, l’eventualità di intraprendere le vie legali per tutelarsi da coloro i quali “hanno minacciato gravemente l’università attraverso gli attacchi alla docente stimata e apprezzata”.
Attaccare verbalmente i membri della commissione d’esame non solo non ha risolto il problema, infatti, ma come in questo caso ha contribuito a creare un ambiente di tensione e di ostilità. Inutile sottolineare come le famiglie debbano rispettare il ruolo degli insegnanti e dei membri della commissione d’esame e, anziché passare agli insulti, chiedere semmai spiegazioni sulle valutazioni attribuite. Non di certo minacciare l’insegnante di turno, insomma.
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