Cosa prevede il sistema scolastico italiano: dare “tanti” compiti a casa agli studenti
Ebbene si, l’Italia si distingue ancora una volta in ambito europeo nel settore scolastico: i docenti affidano molti compiti a casa agli studenti sia durante le vacanze, sia durante l’anno formativo.
In merito a ciò, sono stati effettuati degli studi da diverse organizzazioni, come l’OCSE-PISA, che ha condotto una indagine interessante su cui riflettere attentamente. Secondo i report delle ricerche, in Italia gli alunni passano mediamente otto ore e mezza a completare i compiti a casa affidati dai docenti. Questo dato “esilarante” rispetto alla media europea ha destato stupore e alcuni punti di riflessione sulle metodologie e l’intero sistema scolastico in Italia.
Troppi compiti a casa per gli alunni italiani? Qualche “confronto” con gli altri Paesi
Sebbene in Italia sia rimasta ancora la metodologia “più studio a casa, più preparazione“, i dati comunicano che i sistemi educativi italiani siano “peggiori” rispetto agli altri Paesi in Europa e nel mondo (secondo la revisione Pearson). Ad esempio, in Corea del Sud i sistemi scolastici e legati all’ambito formativo sono considerati alcuni dei “migliori al mondo“. In Corea del Sud, infatti, la media del tempo trascorso sui compiti a casa è di due ore e mezza, sei ore in meno rispetto al tempo passato dai ragazzi italiani sui libri.
In Europa, invece, alcuni Paesi che hanno previsto meno ore per gli studenti da dedicare allo studio a casa sono diversi. Alcuni di essi sono la Finlandia, la Svezia e anche la Danimarca, dove gli alunni dedicano mediamente un terzo in meno ai compiti rispetto all’Italia. Sembra, inoltre, che dal punto di vista della “resa” scolastica dei ragazzi in questi Paesi sia migliore rispetto agli studenti italiani.
In Francia, gli alunni sono impegnati con i compiti a casa per circa quattro ore e mezza durante le scuole primarie, mentre sette ore durante le scuole secondarie. Questa situazione ovviamente si avvicina molto alla realtà italiana, ma comunque rimane sotto la media del “Bel Paese”.
Cosa consigliano gli esperti
Ebbene, si sono espressi in merito numerosi esperti del settore scolastico-formativo, i quali hanno proposto nuove strategie e comunicato la loro opinione sull’assegnare “troppi compiti a casa“. Secondo alcuni ricercatori, passare molto tempo sui libri e i compiti porterebbe ad incrementare le “disuguaglianze sociali“.
Infatti, non tutti gli alunni possono dedicare lo stesso tempo ai compiti e alla formazione in casa, poiché non tutti hanno il libero “accesso” agli strumenti per lo studio e alle stesse risorse formative. Inoltre, passare “troppo” tempo su un aspetto porta a non avere una “visione equilibrata” di ciò che si sta facendo oppure imparando.
Insomma, sembra che gli esperti e altri Paesi propongano sistemi diversi e considerati “più leggeri”, improntati verso uno studio più interattivo, attivo e graduale. In vista di ciò, la formazione e didattica italiana andrebbe rivista?
L’Italia probabilmente potrebbe allinearsi perfettamente a queste “nuove modalità”, per migliorare sempre più una situazione in parte complessa e in parte “poco produttiva”, con l’obiettivo di educare e formare al meglio gli studenti del futuro.