Le donne sono “abituate” a dover lottare quotidianamente in tantissimi ambiti per avere garantita la parità di genere che spetterebbe loro in quanto cittadine e che spesso, nella società nella quale viviamo, non sempre viene rispettata. Quante volte abbiamo sentito parlare di disuguaglianze che si esplicano attraverso disparità salariali, discriminazioni sul posto di lavoro, accesso limitato all’istruzione e alle risorse economiche, violenza di genere e stereotipi dello stesso tenore che risultano dannosi? Ebbene, sembrerebbe che almeno in ambito scolastico, una sorta di diseguaglianza la stiano subendo, invece, gli uomini. Cosa sta succedendo?
Troppe professoresse a scuola
Tra qualche mese si terrà il concorso per dirigenti scolastici italiani. Concorso che vedrà l’assegnazione di poco meno di 600 posti. Ebbene, in vista di questo appuntamento, in base all’articolo 10 della bozza del bando che è stata inviata ai sindacati e che, a quanto tiene a sottolineare Uil scuola, è solo una bozza della quale rivendicherà una revisione, bisognerà garantire un equilibrio per ciò che concerne le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione.
In questo articolo si chiede che tale equilibrio venga salvaguardato applicando nelle regioni di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, laddove il differenziale tra i generi sia superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato. In sostanza, nelle specifiche condizioni appena descritte, gli uomini saranno “favoriti” rispetto alle donne.
Gli uomini saranno favoriti nelle selezioni
Perché si è giunti ad una tale decisione è presto detto, e riguarda l’aderenza a quanto disposto dal Decreto del presidente della Repubblica n. 82 del 16 giugno 2023, entrato in vigore il 14 luglio scorso. L’articolo 6, in particolare, che riguarda l’equilibrio di genere, recita così:
“Al fine di garantire l’equilibrio di genere nelle pubbliche amministrazioni, il bando indica, per ciascuna delle qualifiche messe a concorso, la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce, calcolata alla data del 31 dicembre dell’anno precedente. Qualora il differenziale tra i generi sia superiore al 30 per cento, si applica il titolo di preferenza di cui all’articolo 5, comma 4, lettera o), in favore del genere meno rappresentato.”
Considerando come, attualmente, le insegnanti donne rappresentino l’83 % del totale del corpo insegnante (e che, addirittura, le maestre che insegnano alle scuole elementari siano il 95 %) nell’ambito della graduatoria, in caso di parità verrà favorito il candidato uomo rispetto alla collega donna.
Il parere dell’Associazione nazionale presidi
Secondo Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’organizzazione sindacale maggioritaria dei dirigenti delle istituzioni scolastiche, sarebbe una buona notizia. Se in questo caso si sta pensando di applicare la norma ai presidi (il 70% della categoria sarebbe in questo momento rappresentato dal sesso femminile), in occasione dei prossimi concorsi destinati agli insegnanti, bisognerebbe fare la stessa cosa nei riguardi dei docenti.
In proposito si è espressa anche Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio e dirigente del liceo “Newton” di Roma, la quale ha dichiarato che il cuore della questione sarebbe alla base, ovvero nel fatto che la scuola venga scelta più dalle donne che dagli uomini. E che ci invita anche ad interrogarci sul perché.
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