Docenti: cosa accade nelle scuole italiane?
Spesso sulle pagine dei giornali si leggono racconti di episodi spiacevoli accaduti nelle scuole e che riguardano alcuni docenti. Ultimo, solo in ordine cronologico, è il fatto successo in un liceo di Roma: un professore avrebbe imposto ad una ragazza di origini iraniane a tagliarsi una ciocca di capelli, esortandola ad esprimere solidarietà alle donne iraniane, che negli ultimi giorni protestano dopo la morte di Mahsa Amini. Ora il docente rischia una sanzione disciplinare, infatti – secondo quanto riporta Adnkronos – l’istituto avrebbe avviato un procedimento disciplinare nei confronti del professore coinvolto nel caso, mentre l’Ufficio scolastico regionale segue la vicenda.
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Concorso docenti: test psico-attitudinale?
Proprio per questo e per tanti altri motivi Azione Studentesca Roma-Nucleo da Vinci ha diffuso un comunicato per denunciare quanto avvenuto: “Al di là dell’ovvia problematica della sorveglianza interna, gli abusi compiuti dai docenti sono causati soprattutto dall’inadeguatezza psicologica dei professori al ruolo di insegnante. Troppa gente è riuscita ad entrare nella scuola senza la capacità né la volontà di relazionarsi con noi ragazzi e di diventare una guida per noi, inadatta a gestire una classe e spesso sfogando le sue frustrazioni su di noi“. Per questo motivo il movimento studenti pretende che per superare il concorso docenti di ogni ordine e grado ci sia bisogno di sostenere un test psicoattitudinale. “Sul modello di quello già richiesto ad esempio per le forze armate, che certifichi la capacità dell’aspirante professore di relazionarsi in maniera sana con gli studenti e di essere in grado di gestire una classe”.
Chi era Mahsa Amini
La storia di Mahsa Amini, ragazza di 22 anni arrestata a Tehran dalla polizia religiosa perché stava indossando male l’hijab che è poi deceduta in circostanze poco chiare dopo 3 giorni, il 16 settembre scorso, ha fatto il giro del mondo. Dalla sua morte sono state molte le manifestazioni di solidarietà e protesta, come appunto quelle delle donne iraniane che sono scese a migliaia nelle piazze per bruciare i loro hijab e tagliarsi i capelli per rivendicare i propri diritti.
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