Il 2024 rappresenta un anno cruciale per i docenti precari di religione cattolica in Italia. Dopo anni di attesa e incertezza, si profila all’orizzonte un’opportunità significativa: la pubblicazione del bando di concorso riservato. Questo evento è destinato a cambiare il panorama dell’insegnamento della religione cattolica, offrendo stabilità professionale a migliaia di insegnanti che fino ad ora hanno lavorato come supplenti.
L’attesa per questo concorso è palpabile, e le prime settimane del 2024 saranno decisive per delineare il futuro di numerosi educatori. Il concorso si articola in due procedure distinte: una straordinaria e una ordinaria. Questa divisione nasce dal decreto PA bis, che ha delineato le linee guida per le assunzioni nel settore. Il 70% dei posti disponibili sarà assegnato attraverso la procedura straordinaria, mentre il restante 30% verrà coperto dal concorso ordinario.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha proposto per il concorso una prova orale didattico-metodologica, che non prevede un punteggio minimo di superamento. La valutazione ottenuta in questa prova, unita ai titoli culturali e professionali dei candidati, determinerà la loro posizione nella graduatoria finale. La durata massima della prova orale è stata fissata a 30 minuti, e l’estrazione della traccia avverrà 24 ore prima dell’esame.
Un passo fondamentale verso la realizzazione di questo concorso è stato fatto a dicembre 2020, quando il Ministero dell’Istruzione e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) hanno raggiunto un accordo chiave. Questo accordo segue le disposizioni dell’articolo 1-bis della legge 159/19. Per partecipare al concorso, è indispensabile possedere la certificazione dell’idoneità diocesana, come specificato nell’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186. Tale certificazione deve essere rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente entro novanta giorni dalla presentazione della domanda di concorso.
Un altro aspetto rilevante del concorso riguarda i requisiti per i posti disponibili. I docenti di religione cattolica che intendono partecipare devono aver svolto almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione. Questo requisito è stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019.