Concorso truccato: il caso all’Università di Bologna
Scandalo all’Università degli Studi di Bologna per la prova per ottenere i 24 CFU per l’insegnamento. Secondo quanto fa sapere La Repubblica Bologna il concorso sarebbe stato annullato in quanto alcuni erano già a conoscenza delle domande inserite nel test. A rivelarlo una mail anonima arrivata proprio all’ateneo. Ha dichiarato il prorettore alla Didattica dell’Alma Mater Roberto Vecchi: “La denuncia che ci è arrivata venerdì scorso era molto dettagliata. Purtroppo è un caso increscioso, stiamo facendo gli approfondimenti per capire bene cosa sia successo. Vogliamo tutelare gli studenti che hanno partecipato cercando di rifare una prova di recupero in tempi brevi“. Coinvolti ben 750 aspiranti professori che quindi dovranno aspettare qualche mese per ripetere il test. Prossima data a settembre.
Concorso truccato: la denuncia
Ricordiamo che i 24 CFU per l’insegnamento sono obbligatori per chi intende iscriversi ai Concorsi Scuola per diventare docenti delle scuole medie e delle scuole superiori, che si svolgono a cadenza biennale. Questi test si svolgono nelle istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica), nelle Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute e nelle università private e negli atenei statali, come in questo caso. Sembra che ci sia stato un furto informatico all’Università di Bologna: “Tale denuncia ha indotto gli uffici a pensare che la circolazione dei panieri (batterie di quesiti, ndr) di domande fosse dovuta a un furto informatico. Ovviamente si tratta di un elenco di possibili domande ricostruito sulla base delle domande uscite nei precedenti (come avviene per qualunque esame). Il sistema informatico utilizzato per la prova, una volta che l’esito è stato pubblicato, permette di rivedere interamente l’esame con tutte le domande giuste e sbagliate, facilitando esso stesso la raccolta dei possibili quesiti. Per quanto ne sappiamo, queste sono state utilizzate solo ed esclusivamente per la preparazione dell’esame“.
Concorso truccato: le polemiche
Secondo l’associazione studentesca si tratta di un problema dell’università, in quanto sceglie un metodo non proprio consono: “Se l’azienda a cui è appaltato lo svolgimento delle prove d’esame presenta da 5 anni sempre le stesse domande (solo 100 per ogni materia) la colpa non è certo della componente studentesca, che non ha comunque modo di sapere se le domande di cui dispone saranno effettivamente quelle della prova“. Il Rettore però ha assicurato che si stanno svolgendo delle indagini interne per capire come siano state trovate le informazioni della verifica. Si tratta di un tema importante e delicato, per questo motivo ci vuole un po’ di tempo: “Questo incidente di percorso deve essere visto come un’opportunità per migliorare il sistema. Se ci sono responsabilità emergeranno: per ora è un campanello d’allarme“.
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