Il campione, che ha portato l’oro all’Italia nei 100 metri rana, si è raccontato in due interessanti interviste.
La prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Parigi 2024 porta il nome di Nicolò “Tete” Martinenghi, giovane talento del nuoto che ha trionfato nei 100 metri rana. Nato a Varese il 1° agosto 1999, Martinenghi ha saputo coniugare la passione sportiva con gli impegni scolastici, diventando un esempio di dedizione e sacrificio. La sua storia, dalle aule del liceo scientifico sportivo al podio olimpico, è una testimonianza di come l’educazione e lo sport possano viaggiare di pari passo.
L’importanza della scuola giusta nel percorso di un atleta
Nicolò Martinenghi si è diplomato al liceo scientifico sportivo. In un’intervista rilasciata a VareseNews l’anno scorso, il campione ha raccontato quanto questo percorso sia stato fondamentale per il suo sviluppo: “Credo che in Italia questo genere di scuola oggi sia l’unica che consenta a un ragazzo di studiare con profitto e allo stesso tempo di allenarsi e gareggiare anche in contesti di alto livello. Senza una realtà simile avrei dovuto rinunciare a qualcosa, o alla carriera nel nuoto o al diploma. Penso che per un atleta sia importante avere questo genere di serenità, di poter vestire magari la maglia della Nazionale sapendo di trovare a scuola un programma che rispetta gli impegni e permette ugualmente di affrontare verifiche ed esami. Non bisogna mai buttarsi solo su un aspetto, o solo scolastico o solo sportivo”.
I dirigenti della scuola paritaria che ha frequentato hanno espresso grande orgoglio per il successo del loro ex studente: “È passato un po’ di tempo dalla sua presenza in aula ma per noi Martinenghi resta uno dei ‘nostri’ ragazzi, con cui siamo rimasti legati. Siamo strafelici di questo trionfo a Parigi e non possiamo che ricordare come la sua caratteristica, fin dai tempi della scuola, fosse quella di compiere tanti sacrifici per ottenere i risultati desiderati. Si tratta di un’attitudine che gli ha permesso di coronare tanti sogni”.
Gli allenamenti all’alba e i sacrifici quotidiani
Durante gli anni scolastici la routine di Nicolò era particolarmente impegnativa. Il giovane nuotatore si svegliava alle 5.30 del mattino per iniziare gli allenamenti in piscina alle 6, poi frequentava le lezioni scolastiche e nel pomeriggio riprendeva con il nuoto. “È stato essenziale avere una struttura e degli insegnanti capaci di capire le mie esigenze di sportivo, senza però mai rinunciare a nulla nello studio”.
La preparazione per le Olimpiadi di Parigi è stata altrettanto intensa, tra la piscina di Legnano e la Manara di Busto Arsizio. Nonostante gli impegni, però, a Legnano Nicolò si è spesso intrattenuto con i giovani agonisti del Team Legnano Nuoto per offrire consigli e scambiare due chiacchiere, come riportato da “Il Giorno”.
Un esempio per i giovani
La vittoria di Martinenghi nei 100 metri rana ha valorizzato l’importanza di supportare i giovani talenti. Ci sono grandi sacrifici dietro a simili risultati, ma anche tanto supporto e incoraggiamento. I dirigenti della sua ex scuola ne sono convinti: “Vedere un ragazzo come Martinenghi raggiungere il risultato più importante esistente è una soddisfazione enorme per tutti quelli che credono nei giovani e nelle qualità educative dello sport. I docenti che lo hanno seguito ricordano bene le levatacce per andare ad allenarsi alle 5 del mattino e le lezioni organizzate per lui, anche in orari insoliti, per permettergli di stare al passo con i programmi”.
Nicolò aveva già vinto due medaglie di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021; tornato a casa era stato al suo liceo di Busto Arsizio per condividere la sua storia con gli studenti, ricordando con affetto gli anni scolastici: “Qui ho vissuto gli anni più belli e spensierati, ma anche i più importanti per diventare quello che sono oggi”. La sua dedizione e la sua disponibilità a ispirare i giovani fanno di lui un modello di riferimento e una dimostrazione di come con, tanto impegno e passione, i sogni possono diventare realtà.