I nuovi percorsi di formazione rivolti ai docenti precari specializzati sul sostegno potrebbero essere attivati a partire dal 2025. Ma manca ancora il decreto ministeriale.
Dopo mesi di attesa, sembra che il progetto per i corsi di specializzazione sul sostegno organizzati da INDIRE stia finalmente prendendo forma. La legge 106/2024 ha infatti introdotto dei percorsi formativi specifici dedicati ai docenti precari con almeno tre anni di servizio ma, prima dell’avvio effettivo dei corsi, restano ancora degli importanti passaggi burocratici da compiere.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve definire, tramite decreto, i dettagli di questi percorsi: dai contenuti didattici, che dovranno essere di almeno 30 CFU, fino ai requisiti di accesso, le modalità di valutazione e i costi, che saranno interamente a carico dei partecipanti, senza alcuna copertura pubblica. È inoltre necessario stabilire dei criteri di selezione nel caso in cui le domande superino il numero dei posti disponibili.
Il decreto era già previsto dalla legge, con scadenza a 30 giorni dalla sua entrata in vigore, ma ha subito vari ritardi a causa della necessità di acquisire i pareri di vari enti e rappresentanti, come il Ministro per le Disabilità, il Ministro dell’Università e della Ricerca e l’Osservatorio permanente sull’inclusione scolastica, un organismo multidisciplinare recentemente rinnovato e fondamentale per la validazione di ogni proposta normativa inerente l’inclusione.
Il ruolo dell’Osservatorio permanente sull’inclusione scolastica
Istituito nel 2017, l’Osservatorio sull’inclusione scolastica gioca un ruolo essenziale nella regolamentazione e valutazione delle pratiche di inclusione scolastica. Questo organismo ha infatti il compito di analizzare e studiare le problematiche relative all’inclusione di studenti con disabilità nelle scuole italiane anche attraverso il monitoraggio delle politiche inclusive e la proposta di nuovi accordi inter-istituzionali per garantire un’adeguata realizzazione dei progetti personalizzati.
Il Comitato che compone l’Osservatorio è altamente eterogeneo e comprende rappresentanti di vari Ministeri (tra cui Istruzione, Università e Ricerca, Lavoro, Disabilità e Famiglia), enti locali e INPS, esperti del settore accademico e professionisti di associazioni di categoria, come SIPeS e SINPiA. Oltre al monitoraggio, l’Osservatorio svolge un importante ruolo consultivo nel fornire pareri e proposte che mirano a introdurre innovazioni metodologiche e disciplinari nell’ambito scolastico, cercando soluzioni che siano praticabili e supportate dalla comunità educativa a tutti i livelli.
Il percorso formativo da 30 CFU: chi potrà accedervi
Il nuovo percorso formativo di 30 CFU mira a rispondere alla crescente esigenza di docenti specializzati nel sostegno in un contesto in cui il numero di studenti con disabilità è in costante crescita. Secondo i dati ISTAT del 2023/2024, sono circa 338 mila gli studenti con disabilità nelle scuole italiane, supportati da circa 228 mila insegnanti di sostegno, di cui però ben 67 mila privi di specializzazione specifica.
Il corso è riservato ai docenti che hanno già prestato almeno tre anni di servizio su posto di sostegno, anche non consecutivi, negli ultimi cinque anni, nelle scuole statali o paritarie. L’opportunità è riservata anche a chi ha conseguito all’estero un titolo per il sostegno, a condizione che rinunci alla richiesta di riconoscimento del titolo in Italia; chi è in attesa di riconoscimento del titolo estero potrà iscriversi a un solo grado di istruzione dei percorsi offerti da INDIRE.
Aspettative per il 2025 e le sfide dell’inclusione scolastica
Con l’attivazione dei percorsi formativi, attesa per il 2025, si spera di riuscire a colmare la carenza di docenti specializzati e di dare un importante impulso all’inclusione scolastica. Nonostante gli sforzi, infatti, il sistema scolastico italiano si trova ancora in difficoltà nell’accogliere tutti gli studenti con disabilità.
Questi corsi di formazione vogliono offrire un supporto più preparato e consapevole agli studenti con disabilità, risolvendo l’urgente problema della mancanza di personale specializzato ma anche mettendo le basi per un modello educativo che renda la scuola italiana un luogo più accogliente e inclusivo per tutti i suoi studenti.