Solo qualche giorno fa, a Palermo, una bambina di 10 anni si era sentita male a causa delle basse temperature in classe. Purtroppo se ne torna a parlare, per un nuovo caso di ipotermia verificatosi nel capoluogo siciliano. Questa volta siamo in un’aula della Facoltà di Ingegneria. Qui, una donna che stava seguendo un corso di formazione per insegnanti di sostegno, ha avuto un malore. Ed è stato necessario portarla in ospedale per somministrarle le cure del caso. L’aula nella quale si stava tenendo la lezione non era riscaldata.
La posizione dell’Università
Il Direttore Generale dell’Università degli Studi di Palermo, Roberto Agnello, ha fatto sapere che un’indagine interna è stata avviata per appurare quanto accaduto ed evitare naturalmente che possa ripetersi mettendo in atto tutte le precauzioni del caso. Secondo quanto dichiarato dall’uomo, infatti, si tratta di una “situazione incresciosa ed inaccettabile”.
Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista.
Ha aggiunto. Ma cosa ne pensa la donna colta da malore, che si trova ancora ricoverata presso l’Ospedale Civico?
Le condizioni della corsista
La stessa ha fornito la propria versione dei fatti che, a quanto pare, sarebbero potuti essere evitati. La donna ha raccontato di avere una cardiopatia. E di aver sofferto per il freddo intenso all’interno dell’aula nella quale si svolge il corso per circa 2 settimane. Ha inoltre raccontato che i corsisti erano costretti a vestirsi indossando l’abbigliamento solitamente utilizzato per andare sulla neve.
Me la sono vista brutta. Avevo le labbra nere e non riuscivo più a muovermi. Ero come paralizzata. Prima del malore (in aula c’erano anche donne incinte), sono andata più volte in bagno per cercare un po’ di calore nei dispositivi per asciugare le mani.
Solo dopo tale spiacevole episodio gli organizzatori hanno deciso di trasferire i corsisiti in un’altra aula, questa volta ben riscaldata. Qui hanno potuto proseguire la lezione in condizioni decisamente più confortevoli non temendo, così, di correre rischi per la propria salute come successo alla loro collega. Tuttavia, è bene chiarire come le condizioni di disagio nelle quali si era costretti a fare e seguire le lezioni erano state segnalate da diverse settimane, sia dai docenti che dai frequentanti il corso.
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