Crepet: troppi psicologi nelle scuole

Crepet: troppi psicologi nelle scuole

Paolo Crepet solleva un dibattito sulla presenza di psicologi nelle scuole italiane e sul sovradimensionamento degli interventi psicologici.
Crepet: troppi psicologi nelle scuole

Paolo Crepet, noto psichiatra e scrittore, ha recentemente sollevato un dibattito significativo durante il podcast Basement riguardo alla crescente presenza di psicologi nelle scuole italiane. Secondo Crepet, assistiamo a un sovradimensionamento degli interventi psicologici negli istituti scolastici, in un contesto dove “tutti sono diventati disagiati”.

Questa osservazione risulta particolarmente rilevante per gli studenti attuali, costantemente in bilico tra la necessità di supporto e l’importanza di sviluppare autonomia emotiva. Il tema solleva interrogativi fondamentali sul giusto equilibrio tra il fornire assistenza professionale e l’incoraggiare i giovani ad affrontare autonomamente le sfide quotidiane, competenza essenziale per il loro futuro accademico e professionale.

Osservazioni sullo stato psicologico degli studenti

Durante un episodio del podcast Basement condotto da Gianluca Gazzoli, lo psichiatra Paolo Crepet ha sollevato importanti questioni riguardo allo stato psicologico dei giovani d’oggi. Secondo Crepet, si assiste a un evidente sovradimensionamento del disagio mentale tra gli studenti: “La sensazione è che ci sia un sovradimensionamento: tutti sono diventati disagiati. Tutti i ragazzi al liceo dicono che non ce la fanno più”, ha affermato con tono critico.

La sua analisi mette in discussione l’attuale tendenza a patologizzare eccessivamente le difficoltà quotidiane degli adolescenti. Crepet ha notato come le istituzioni scolastiche abbiano risposto a questa percezione aumentando notevolmente la presenza di professionisti della salute mentale: “Le scuole sono piene di psicologi. Mi pare un po’ too much”.

Questa osservazione non intende negare l’esistenza di reali disagi psicologici tra i giovani, ma piuttosto invita a riflettere sulla possibilità che si stia creando una cultura in cui qualsiasi difficoltà viene immediatamente classificata come problema che richiede intervento specialistico, limitando così lo sviluppo di meccanismi personali di resilienza.

Importanza dell’auto-riparazione emotiva

Nel suo intervento, Crepet introduce un concetto fondamentale: l’auto-riparazione emotiva. Lo psichiatra sottolinea l’importanza di riconoscere le proprie capacità di reazione e superamento: “Io credo molto nella possibilità di entrare e uscire da un tuo errore”.

Secondo questa visione, è essenziale che i giovani comprendano che possiedono già gli strumenti interiori necessari per affrontare le difficoltà. “Se sei caduto, con le tue forze riesci a tirarti su”.

Il rischio dell’aiuto immediato

Nella sua riflessione, Crepet mette in guardia contro gli interventi immediati ad ogni difficoltà: “Se appena caduto chiedi aiuto, e c’è qualcuno subito che ti dà la mano, tu non impari a cavartela da te”.

Questo approccio, secondo lo psichiatra, priva gli studenti della possibilità di sviluppare autonomamente strategie di resilienza, compromettendo l’acquisizione di competenze essenziali per affrontare le sfide future.

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