Il crollo delle nascite interessa numerosi paesi nel mondo. L’Italia è tra questi, ma non è la sola dato che, tanto per citarne alcuni, anche Spagna, Giappone e Thailandia vedono venire al mondo sempre meno bebè. Il calo del numero delle nascite è un fenomeno che avrà un inevitabile impatto sulle società. Gli istituti scolastici italiani iniziano a farne già i conti: stanno già riscontrando difficoltà a formare le classi. E nei prossimi anni la situazione andrà peggiorando: si stima che saranno circa 1,4 milioni gli studenti in meno a scuola.
Crollo nascite, difficoltà a formare le classi
Non è una novità, però. Già da tempo si discute sul fatto che le classi siano sempre meno numerose e che raramente contino più di 20 bambini. Si tratta di un allarme lanciato dallo stesso Ministro dell’Istruzione. Bianchi ha dichiarato come da qui a vent’anni, in Italia, potrebbe risultare difficile formare le prime classi. I numeri parlano chiaro, e non sono per niente confortanti. Secondo i dati riportati dal Governo nel Recovery Plan dello scorso anno, da qui al 2026 dovrebbero esserci 1,1 milioni di studenti in meno. Ma la situazione si fa ancora più preoccupante prendendo in riferimento il 2033. Da qui ad allora il numero degli studenti in meno sarà pari a circa 1,4 milioni. La conseguenza diretta sarà il calo delle cattedre: con riduzioni di 10-12mila posti ogni anno.
Si potrebbe pensare che la riduzione del numero delle nascite possa essere un dato positivo per l’ambiente in quanto una popolazione meno numerosa significherebbe anche una riduzione delle emissioni di carbonio ed una minore deforestazione. Ma è anche vero che ciò andrà a provocare una sorta di piramide invertita, nella quale la popolazione anziana sarà molto più cospicua di quella giovane, e questo provocherà di certo un enorme cambiamento sociale.
Meno studenti a scuola
Come si tramuterà, numeri alla mano, il crollo delle nascite? Si noterà molto più alle superiori, dove si passerà da 2.659.068 a 2.168.614 studenti. Le cattedre disponibili passeranno invece da 246.710 a 201.205. Nelle scuole secondarie gli studenti da 1.584.999 diventeranno 1.292.653, mentre nella scuola primaria si passerà da 2.314.000 a 1.887.193 tra 12 anni. Il ministro Bianchi, tuttavia, vuole rassicurare sull’esubero delle cattedre. Come ha dichiarato:
“Stiamo portando tutte le classi su una media di 18-20 alunni per classe. Abbiamo un accordo con il Mef: fino al 2026 il numero di docenti rimarrà fisso, poi le stesse risorse saranno comunque investite per la scuola.”
Non ci resta che attendere.
Leggi anche: Scuola, 120mila iscritti in meno per il prossimo anno: colpa della denatalità