Non è la prima volta che degli studenti creano una chat di classe – che potremmo definire parallela a quella “ufficiale” – per accanirsi su un compagno. L’ultimo episodio del genere, in ordine di tempo, è quello successo a Lodi, in provincia di Milano, dove cinque studenti hanno ricevuto altrettanti provvedimenti di ammonimento da parte del questore. La motivazione? Cyberbullismo. Ovvero bullismo attuato attraverso l’uso di dispositivi elettronici mobili. Lo smartphone, in questo caso.
Insultano compagno nella chat di classe
Il copione è sempre lo stesso. Alcuni studenti prendono di mira un loro compagno, che magari si trova in una situazione di fragilità, e lo isolano, lo aggrediscono verbalmente quando non fisicamente. Lo escludono da ogni forma di interazione con il resto della classe. Portandolo ad una situazione che alla lunga diventa insopportabile. Non è un mistero che le vittime di bullismo e cyberbullismo, oltre che un grande stress, sperimentino ansia, depressione e una riduzione della propria autostima. Senza considerare gli effetti secondari. Ovvero il peggioramento delle proprie prestazioni scolastiche. Un circolo vizioso nel quale, se si cade, è difficile poi uscirne.
E’ a seguito di una attenta istruttoria da parte degli agenti della polizia anticrimine che si è giunti a capire che qualcosa non andava. Si è accertata la responsabilità in merito di cinque ragazzi che sono stati accusati di perpetrare condotte vessatorie e diffamatorie ai danni di un loro compagno.
Ammoniti dal Questore
Come attuavano la loro strategia di discriminazione? Attraverso una chat di classe diversa, come anticipato, da quella ufficiale, all’interno della quale indirizzavano al giovane commenti diffamatori e denigratori. A tali commenti seguivano quelli, di approvazione e di incitamento, degli altri ragazzi. E, a quanto pare, gli stessi messaggi sarebbero stati indirizzati anche a un docente. Le chat sono entrate in possesso della scuola, che le ha segnalate alle forze dell’ordine. Da qui è scaturito l’inizio delle indagini che hanno poi portato a scoprire quanto stesse avvenendo.
La polizia ha organizzato un incontro con gli studenti coinvolti per far comprendere loro la portata e le disastrose possibili conseguenze del loro operato. Al termine, il questore ha emesso un provvedimento di ammonimento nei confronti di 5 ragazzi, tutti minorenni, in presenza dei loro genitori. I quali si sono dimostrati disponibili a fare intraprendere ai loro figli un percorso psicologico riabilitativo con lo scopo di rivedere quanto fatto. Il percorso sarà seguito dal Centro italiano per la promozione della mediazione di Milano, che si occupa dal 1985 della promozione di pratiche della Giustizia Riparativa e della gestione pacifica dei conflitti. Presso il Centro è possibile partecipare a percorsi di formazione e supervisione in tema di gestione delle condotte lesive e violente in ambito relazionale.
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