Lo scorso 22 dicembre è apparso su Facebook un post alquanto anomalo. Infatti, un docente, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, ha scritto sul suo profilo social “Se c’è una tipologia di studenti a cui darei volentieri fuoco, come a Giovanna D’Arco, be’…Les”. La docente del liceo delle scienze umane e scientifico ‘Regina Maria Adelaide‘ di Aosta ha definito tali parole come “è la sigla giusta”.
Le parole del docente
L’insegnante ha spiegato, sempre nel post, che gli studenti di quella scuola, ai quali avrebbe tenuto un’ora di supplenza, sono “incapaci di accettare la più elementare norma di comportamento, perché in famiglia non ne hanno mai ricevuta nessuna. E visto che i termosifoni accesi in questa scuola non li ho mai sentiti, una classe che in questa stagione tenga tutte e quattro le finestre aperte per 50 minuti non è composta da studenti, ma da emerite teste di c… Spero che trascorrano il 2024 con una broncopolmonite fulminante“.
A denunciare tale post è stato uno studente del liceo valdostano che si è sentito preso in causa e offeso. Lo screenshot di tale post è arrivo anche agli uffici della Regione Valle D’Aosta che ha subito proceduto inoltrando la segnalazione al dirigente scolastico, Giovanni Peduto, affinché valuti un’eventuale procedura disciplinare a carico dell’insegnante. L’insegnate è stato subito invitato a rimuovere il post dal proprio profilo social e a farne uno di scuse.
I provvedimenti per l’insegnante
Nel caso in cui il docente fosse identificato come l’autore del post segnalato dallo studente, si espone a gravi conseguenze una volta concluso il procedimento disciplinare. In passato, situazioni analoghe, hanno portato gli uffici scolastici ad adottare sanzioni severissime nei confronti degli insegnanti coinvolti. Queste sanzioni comprendono sospensioni di lunga durata e, in alcuni casi, la richiesta di dichiararli inidonei alla mansione di insegnante.
In particolare, nei casi di insegnanti con contratto a tempo indeterminato, si è giunti anche al licenziamento, come accaduto in un precedente episodio che coinvolse una maestra a Torino. Quest’ultima fu sanzionata per aver rivolto minacce gravi ai poliziotti durante una manifestazione, culminando nella richiesta di terminare il suo impiego nella scuola. La gravità delle azioni compiute rappresenta pertanto un rischio significativo per il docente coinvolto, poiché potrebbe affrontare sanzioni di portata considerevole.
L’iter che sta per partire
Nonostante le parole apparentemente prive di ambiguità, l’insegnante di Aosta potrebbe essere convocato a breve dall’Ufficio scolastico per presentare la propria versione dei fatti. È imperativo che l’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) esamini anche la presenza di eventuali precedenti, poiché ciò potrebbe costituire un elemento aggravante per dimostrare l’incompatibilità tra il ruolo di insegnante e le azioni assunte al di fuori dell’istituzione scolastica.
Inoltre, è plausibile che la Procura della Repubblica avvii un’indagine parallela, estendendo l’analisi della situazione al di là del contesto scolastico. Questo passo potrebbe essere intrapreso per valutare eventuali implicazioni legali delle azioni dell’insegnante. In tal modo, l’intera vicenda potrebbe assumere contorni più complessi, coinvolgendo diverse istanze investigative al fine di garantire una valutazione completa e accurata della situazione.