DDL CIRINNA’: COSA DICE. A scuola state parlando del ddl Cirinnà o, magari, stai cercando di informarti su questo tema caldissimo ma, tra unioni civili, utero in affitto e stepchild adoption inizi a sentirti un po’ confuso? Non c’è niente di cui vergognarsi: quando le notizie sono tante è sempre difficile comprendere tutto fino in fondo. Proprio per questo noi della redazione di Studentville abbiamo deciso di fare un punto della situazione per cercare di spiegarti al meglio cosa dice il ddl Cirinnà. Iniziamo subito con lo specificare che gli emendamenti di questo decreto sono al centro dell’attenzione perché proprio in queste ore si sta tenendo la votazione al Senato: i lavori sono iniziati ieri, martedì 16 febbraio, ed è previsto che le votazioni continuino anche oggi e domani. Ora cerchiamo di approfondire quali sono, in pratica, le novità che questo decreto legge sta cercando di introdurre Italia per quel che riguarda: patti di convivenza, unioni civili e stepchild adoption spiegando anche come mai tutto questo, in qualche modo, riguarda anche la questione dell’utero in affitto.
DDL CIRINNA’: UNIONI CIVILI. Il ddl Cirinnà intende introdurre le unioni civili per gli omosessuali. Questo significa, in pratica, che lo Stato, e quindi la lege, riconoscerà anche le coppie formate da due persone dello stesso sesso a patto che siano maggiorenni, consenzienti e che non abbiano all’attivo un matrimonio o un’altra unione civile. In questo modo sarà possibile decidere se avere il doppio cognome o prendere entrambi lo stesso, si contrarrà il dovere della fedeltà, dell'assistenza morale e l'obbligo di coabitazione. Per quanto riguarda le questioni di eredità e la reversibilità della pensione le coppie che costituiscono un’unione civile avranno gli stessi diritti di quelle unite in matrimonio. Stessa cosa per quel che concerne il comportamento in caso di separazione. Non solo: esattamente come due coniugi sposati anche le coppie omosessuali avranno diritto alla stepchild adoption.
DDL CIRINNA’: CE COS’E’ LA STEPCHILD ADOPTION. Con il ddl Cirinnà, dunque, anche le coppie omosessuali avranno diritto alla stepchild adoption, ossia alla adozione del figlio del coniuge basata sul consenso del genitore biologico e sull’approvazione del Tribunale dei minori. Questa parte del decreto legge è una tra le più discusse perché in una coppia omosessuale solo uno dei due potrà effettivamente diventare genitore biologico di un eventuale figlio e questo apre una serie di interrogativi sulle modalità attraverso cui potrebbe avvenire il concepimento. Si è quindi parlato di inseminazioni artificiali e della questione dell’utero in affitto.
DDL CIRINNA’: COSA SI INTENDE CON UTERO IN AFFITTO. A questo punto, per comprendere le molte discussioni che si sono avvicendate in questi giorni, è importante sapere che cos’è l’utero in affitto. La prima specifica da fare è che la dicitura corretta è “maternità surrogata”. Con questi termini si indica la procedura per cui una donna di presta a portare a termine una gravidanza su commissione di una singola persona o di una coppia per cui non è possibile generare un bambino. Il seme e l’ovulo necessari potranno o appartenere ai futuri genitori o ad eventuali donatori.
DDL CIRINNA’: I PATTI DI CONVIVENZA. Infine, è opportuno sapere che il ddl Cirinnà prevede una novità che riguarda anche le coppie eterosessuali: il patto di convivenza. Dato che gli eterosessuali, infatti, hanno la possibilità di sposarsi (con rito civile o religioso) per loro non è prevista l’opzione delle Unioni Civili. I patti di convivenza, quindi, garantiscono sia alle coppie omosessuali che alle coppie eterosessuali un’alternativa in più per definire la propria unione di fronte alla legge contraendo un numero minore di obblighi e ottenendo un numero inferiore di diritti (non sono per esempio prevista la stepchild adoption o la reversibilità della pensione).