Scuola, 120mila iscritti in meno per il prossimo anno: colpa della denatalità - Studentville

Scuola, 120mila iscritti in meno per il prossimo anno: colpa della denatalità

Previste 120mila iscrizioni in meno nelle scuole italiane: il crollo è colpa della denatalità e si ripercuoterà anche sull'organizzazione delle classi.
Scuola, 120mila iscritti in meno per il prossimo anno: colpa della denatalità

Che l’Italia stia diventando sempre di più “un paese per vecchi” è ormai molto di più che un semplice luogo comune. I numeri infatti parlano chiaro: la denatalità è in costante crescita e non mancano ripercussioni pesanti sul mondo della scuola. Il Ministero dell’Istruzione ha comunicato ai sindacati di settore che per il prossimo anno scolastico sono previsti oltre 120mila allievi in meno.

Il sito tecnicadellascuola.it ha dato conto del vertiginoso crollo delle iscrizioni scolastiche avvenuto negli ultimi anni: solo cinque anni fa in Italia si perdevano meno di 50mila alunni l’anno, mentre nell’ultimo biennio il calo è cresciuto fino ai 70-75mila iscritti. Secondo il quotidiano “Il Messaggero”, considerando una media di 20-25 alunni per aula, la perdita è di circa 4.800 classi in tutta Italia.

Scuola: secondo il Ministero dell’Istruzione, il prossimo anno ci saranno ben 120mila allievi in meno

Purtroppo il trend negativo non accenna ad arrestarsi, essendo legato a doppio filo all’andamento demografico del paese, che tende a invecchiare e spopolarsi. La popolazione italiana residente è infatti in caduta libera: da 59,6 milioni di inizio 2020 si dovrebbe passare a 58 nel 2030, poi a 54,1 milioni nel 2050, fino a 47,6 milioni nel 2070. Insomma, si prevedono 12 milioni di italiani in meno nel giro di cinquant’anni.

Denatalità Italia meno iscritti scuola

Nel 2020, anno di inizio dell’emergenza sanitaria da COVID-19, non a caso, i nuovi nati sono stati soltanto 404.892, ben 15mila in meno rispetto al 2019 e la denatalità non si è fermata di certo nemmeno nel 2021. Secondo le rilevazioni provvisorie dell’Istat, riferite al periodo di gennaio-settembre, il passivo delle nascite si attesta già intorno alle 12mila e 500, pari quasi al doppio di quanto registrato nello stesso periodo del 2020.

Cosa significa tutto questo per l’organizzazione della scuola? “Considerando che i parametri di formazione delle classi rimangono uguali, confermando i ‘tetti’ innalzati per gli effetti della Legge 133/08, questo significa che si faranno meno classi e avremo più insegnanti a disposizione”.

Denatalità in Italia: il calo delle nascite inciderà sempre di più sull’organizzazione delle classi a scuola

“Per qualche migliaio di docenti, quindi, la riduzione di iscritti si tramuterà nella perdita di titolarità della cattedra: perderanno non il posto di lavoro, ma dovranno presentare domanda di trasferimento” spiega il sito tecnicadellascuola.it .

Il Ministro dell’Istruzione Bianchi, come sottolineato da “Il Messaggero”, “fin dall’inizio del suo mandato, ha prestato attenzione al superamento delle classi sovraffollate legandolo anche all’allarme sul calo demografico”. Quindi, “dovrà essere riequilibrato il rapporto tra numero di docenti e numero di studenti”.

Di certo, il prossimo anno, numerose domande di trasferimento già in essere, anche annuali (utilizzazioni e assegnazioni provvisorie) subiranno le conseguenze collaterali di questa necessaria riorganizzazione: una parte delle cattedre libere, infatti, verranno affidate con priorità ai docenti finiti in sovrannumero. Sul lungo periodo, dunque, la diminuzione di alunni potrebbe incidere in maniera traumatica anche sul reclutamento degli insegnanti.

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